Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  giugno 26 Giovedì calendario

Fine vita, trattativa sul testo via la norma anti-aborto

Ora il centrodestra parla di «sgrammaticature superabili» nel tentativo di sminuire la portata delle norme sul fine vita scritte nella bozza. Ovvero nei fogli che i partiti di maggioranza hanno presentato al comitato ristretto del Senato, chiamato a scrivere un testo base da portare quanto prima in commissione per iniziare l’esame.
Di certo, garantiscono, dal testo sarà eliminato qualsiasi riferimento alla tutela della vita «dal concepimento alla morte», una norma ribattezzata dalle opposizioni anti- aborto. La condizione per riprendere i lavori è proprio questa, ma anche tanti esponenti della maggioranza – soprattutto di Forza Italia sono andati su tutte lefurie quando l’hanno letta.
La trattativa tra i partiti di governo non finisce qui ed è in salita. Resta da chiarire per esempio il ruolo del Servizio sanitario nazionale. Per Fratelli d’Italia e Lega, il trattamento per il fine vita non può e non deve essere una prestazione del servizio sanitario anche perché non deve incidere sulle casse dello Stato, è il ragionamento. Il percorso si potrà fare in un ospedale pubblico solo se il malato è già ricoverato lì. Più morbida la posizione di ForzaItalia, che fa notare il rischio che la Corte costituzionale respinga l’eventuale nuova legge avendo chiarito, nella sentenza, che al contrario il Ssn dovrà avere un ruolo. E di questo avviso sono anche Pd, M5S e Avs. «Una garanzia imprescindibile», è il coro unanime. E su questo aspetto si concentra l’Associazione Luca Coscioni: da oggi parte la raccolta firme per depositare una proposta di legge «per legalizzare tutte le scelte di fine vita, compresa l’eutanasia». Obiettivo, incassare 50 mila firme prima del17 luglio. «Il testo prevede tempi certi, garanzie e – spiegano i promotori – il pieno coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale, lasciando libera scelta alla persona tra autosomministrazione o somministrazione da parte del medico. È prevista l’obiezione di coscienza, ma resta l’obbligo per le strutture sanitarie di assicurare comunque la procedura».
Tra le modifiche anche il termine dei quattro anni che bisognerebbe attendere per presentare una nuova domanda di accesso al suicidio medicalmente assistito, se la prima richiesta invece è fallita per mancanza di requisiti. Un tempo che confligge con l’aspettativa di vita di un malato terminale. Si punta, perciò, a scendere a sei mesi. Sarà più breve, probabilmente, anche il tempo di risposta del comitato etico, nel valutare le domande dei malati: ai primi 60 giorni ne seguirebbero altri 30, e non più 60 come indicato nella bozza. Nessun passo indietro invece sul Comitato etico, i cui componenti saranno scelti con un Decreto del presidente del Consiglio e sarà chiamato a decidere della vita o della morte dei cittadini.