corriere.it, 25 giugno 2025
Boeing, perché il pannello del 737 Max si è staccato in volo: era stato montato da tecnici impreparati (l’unico capace era in vacanza)
Quando nel settembre 2023 il team della manutenzione di Boeing è stato chiamato a riparare il pannello di un aereo 737 Max di Alaska Airlines soltanto un tecnico su 24 sapeva davvero come intervenire. E quel tecnico era in vacanza all’estero quei giorni. Per cui il pezzo di metallo è stato fissato alla fusoliera – peraltro con quattro bulloni mancanti – da addetti che non avevano ricevuto un’adeguata formazione. Il 5 gennaio 2024 quel pannello si è staccato in volo, sei minuti dopo il decollo, costringendo il velivolo a un atterraggio di emergenza e portando gli ispettori nel colosso aerospaziale americano.
L’udienza
È questa una delle scoperte degli investigatori del National transportation safety board (Ntsb) che martedì, durante un’udienza pubblica, hanno anche aggiunto che sarebbe bastato un solo bullone per evitare l’incidente. L’agenzia non ha stabilito chi ha rimosso e non reinstallato i quattro bulloni di «arresto del movimento verticale» che normalmente fissano il «tappo», un pezzo di metallo che chiude lo spazio dove sarebbe previsto un’uscita di emergenza negli aerei con un maggior numero di sedili.
«Procedure corrette non garantite»
«Un incidente come questo non accade per colpa di un singolo individuo, né di un gruppo di persone», ha tenuto a precisare Jennifer Homendy, presidente dell’Ntsb. «Un incidente come questo può verificarsi solo quando vi sono molteplici fallimenti sistemici». E però allo stesso tempo l’ente investigativo ha concluso che il distacco è avvenuto probabilmente perché Boeing non ha garantito che i lavoratori seguissero «in modo coerente e corretto» la procedura per la rimozione e reinstallazione dei componenti.
Il volo
Il 5 gennaio 2024 il volo Alaska Airlines 1282 – operato con un Boeing 737 Max 9, poco più grande del Max 8 protagonista dei due incidenti mortali in Indonesia ed Etiopia – era partito alle 16.52 locali di venerdì (l’1.52 di sabato notte in Italia) da Portland, in Oregon, con 174 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio. Era diretto a Ontario, California. Appena arrivato a quota 16.300 piedi (4.968 metri) dal jet si è staccato un pannello. Il velivolo ha iniziato a scendere e virare verso lo scalo originario volando per appena 19 minuti, senza vittime.
Le ispezioni
Poche ore dopo l’incidente la Faa – l’ente statunitense dell’aviazione – ha messo a terra per ulteriori ispezioni 171 dei 209 Boeing 737 Max 9 in servizio nel mondo, tutti quelli cioè che hanno installato quella parete (larga 66 centimetri, alta 121) che pesa 28,5 chili. Una decisione che ha riportato in primo piano i problemi di qualità degli aerei costruiti dal colosso americano. Dopo diciassette mesi gli investigatori dell’Ntsb sono arrivati a mettere nero su bianco una serie di problemi.
«Dov’era la Faa in tutto questo?»
Boeing ha espresso «rammarico per l’incidente» e ha confermato l’impegno a continuare a rafforzare e migliorare la sicurezza e la qualità dei propri prodotti e ha promesso di «esaminare il rapporto finale e le raccomandazioni». Ma gli esperti dell’Ntsb hanno anche sottolineato la supervisione insufficiente da parte della Faa. «Ho molte domande su dove fosse la Faa durante tutto questo», ha detto a un certo punto Homendy durante l’udienza: «l’agenzia è l’ultima e assoluta barriera di difesa quando si tratta di garantire la sicurezza dell’aviazione».