la Repubblica, 25 giugno 2025
L’economia La benzina su mentre il petrolio crolla l’ombra della speculazione
Si sgonfiano ancora i prezzi del petrolio e tornano sotto i 70 dollari al barile, nella convinzione che la fragile tregua tra Israele ed Iran proclamata da Trump possa tenere. Continuano invece a salire i prezzi alla pompa, sia benzina che diesel. Vecchia storia di disallineamento tra materia prima e prodotto finito, di listini aggiornati con rapidità al rialzo ma non altrettanto velocemente al ribasso, che infiamma la polemica estiva tra i consumatori, che gridano alla speculazione, e la filiera dei carburanti, che la nega con forza. In questo clima entrerà oggi in campo l’arbitro, cioè la Commissione di allerta rapida sui prezzi convocata dal ministro delle Imprese Adolfo Urso.
Ad alimentare le proteste dei consumatori sono stati gli ulteriori rincari ai distributori segnalati ieri (su dati di lunedì), nonostante da ormai due giorni i valori del greggio siano in caduta, e ben lontani dai picchi di 80 dollari raggiunti la scorsa settimana. Nelle quotazioni medie elaborate da Staffetta Quotidiana sui dati del ministero relativi 18 mila impianti, la benzina self service risultava invariata (1,748 euro), ma quella servita in crescita di un centesimo (1,931 euro) e il diesel di due centesimi in entrambe le modalità (soprattutto in virtù dell’adeguamento di Eni). Come di consueto, i prezzi sono ben superioriin autostrada, e decisamente inferiori nelle cosiddette pompe bianche.
E così, dopo le denunce del Codacons, è stata l’Unione nazionale dei consumatori a presentare un esposto all’Antitrust, lamentando anche il fatto che alla pompa non ci sia stata neppure traccia del recente “sconto” sulle accise della benzina varato dal governo (mentre aumentavano della stessa quantità quelle del diesel). Ma come già il giorno prima aveva fatto Assopetroli, ieri è stata la federazione dei gestori degli impianti (Figisc) a rispedire le accuse al mittente, spiegando che gli aumenti registrati negli ultimi giorni sono del tutto allineati aquelli delle quotazioni all’ingrosso dei carburanti raffinati, riferimento più rilevante rispetto al prezzo del greggio. Una circostanza confermata anche dalle misurazioni di Staffetta Quotidiana su base settimanale.
In questa nuova puntata dell’annosa disputa si attende dunque una parola di verità dalla Commissione prezzi, che si riunirà oggi su impulso del ministro e su convocazione del Garante. La Commissione, istituita nel 2023 dallo stesso governo Meloni con il cosiddetto decreto Trasparenza, dovrebbe in teoria verificare eventuali anomalie nei rincari. Anomalie su cui poi, sempre in teoria, il Garante potrebbe intervenire con dei poteri rafforzati. In teoria: perché dimostrare un’eventuale presenza di comportamenti speculativi – al di fuori di normali dinamiche di mercato – non è per nulla semplice. Ancora meno intervenire per sanzionarli e correggerli, cosa che peraltro già l’Antitrust avrebbe il potere di fare.
Nel frattempo sono tutti i mercati finanziari, non solo quelli delle materie prime energetiche, a festeggiare la distensione – o almeno la non escalation – del conflitto in MedioOriente. Le Borse europee rimbalzano dopo la seduta in rosso di lunedì, spinte anche dai dati incoraggiati sulla fiducia delle imprese tedesche (Milano +1,63%), mentre quelle americane mantengono l’abbrivio già preso lunedì pomeriggio dopo la ritorsione molto moderata e molto telefonata dell’Iran.