corriere.it, 24 giugno 2025
Università di Trento, parodia di Aldo Moro e la presidente degli studenti con la maglia «Barbie Brigate Rosse»: il caso in Parlamento
Stanno facendo discutere alcune foto pubblicate sul profilo Instagram di Agnese Tumicelli, 21enne presidente del consiglio studentesco dell’Università di Trento, che mostrano dei chiari riferimenti alle Brigate Rosse. Il caso è arrivato addirittura in Parlamento, dopo che il deputato di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì, ha denunciato quello che ha definito il «pericoloso riaffiorare della simbologia delle Brigate Rosse». In una di queste foto, Tumicelli, che fa parte anche del Consiglio di amministrazione dell’Ateneo trentino, indossa una maglia con la scritta «Barbie Brigate Rosse» su cui campeggia anche la Renault 4 rossa in cui venne rinvenuto il corpo senza vita del fondatore della Democrazia Cristiana Aldo Moro, rapito e ucciso dal gruppo terrorista nel 1978. In una seconda immagine, postata lo scorso febbraio, si vede una vettura rossa che richiama la Renault 4 dell’omicidio Moro: all’interno si trova riversa una persona (forse la stessa Tumicelli) che sembra riprodurre la macabra immagine del ritrovamento del cadavere del politico democristiano.
Avvisati i ministeri
«Stiamo sottoponendo all’attenzione dei ministeri all’Interno e all’Università queste immagini – riferisce Urzì – episodi simili devono imporre immediate reazioni da parte dell’Ateneo e del rettore. Queste immagini violente e deliranti – prosegue il coordinatore regionale di FdI in Trentino-Alto Adige – rendono incompatibile la permanenza dell’autrice negli organi di amministrazione dell’Università e ai vertici del comitato studentesco, nonché negli organismi di Unitin, organizzazione studentesca accreditata dall’Ateneo». Il deputato ricorda inoltre il legame tra i fondatori del gruppo terroristico, Renato Curcio e Margherita “Mara” Cagol, con l’ateneo trentino.
La chat di Azione Universitaria
Le nuove polemiche arrivano a solo un mese di distanza dalla bufera che si era scatenata attorno alla chat di Azione Universitaria, associazione studentesca di destra molto vicina al partito di Giorgia Meloni. Dalla chat in questione, dove interveniva anche il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Giacomo Mason, erano trapelati insulti contro il Pride e i manifestanti pro-Palestina, ma anche riferimenti al fascismo: «Noi affondiamo le radici nella Repubblica di Salò. Loro non possono affondare nel Lago di Garda e basta?», si leggeva in uno dei messaggi. Tumicelli, assieme ad altre persone e vari movimenti universitari, aveva sottoscritto una petizione per chiedere al rettore di revocare l’accreditamento di Azione Universitaria. Per Urzì un fatto che «si inquadra in un’ottica molto inquietante».
«L’Università deve prendere posizione»
In una nota ufficiale, il rettore Flavio Deflorian aveva preso posizione in modo netto: «Quello che emerge dalle chat che sono state rese pubbliche attraverso i media ci sconcerta. Alcuni passaggi, nella forma e nei contenuti, sono da ritenersi gravemente in contrasto con i valori su cui si fonda la nostra università e sono assolutamente da respingere. Il rispetto, la non discriminazione, l’antifascismo non sono soltanto valori condivisi, ma costituiscono un pilastro su cui si fonda lo stesso Codice etico a cui devono attenersi tutte le persone che lavorano e studiano nel nostro Ateneo». Ora Fratelli d’Italia pretende che il rettore prenda posizione anche nei confronti della presidente del Consiglio studentesco.