La Stampa, 24 giugno 2025
Far West su due ruote
A Torino chi guida un monopattino elettrico lo fa quasi sempre senza casco: su un centinaio di mezzi osservati, solo uno su 10 lo indossa. E viaggiare in due è diventata quasi la norma: accade in quasi la metà dei casi. Inoltre, circa un terzo dei conducenti si muove con le cuffiette nelle orecchie. Tra centro e periferie, si incontrano monopattini con le buste della spesa che barcollano appese al manubrio.
È quanto emerge da un monitoraggio effettuato in diversi quartieri, all’indomani dell’incidente in cui è morto Francesco Arauco, 15 anni. Si tratta della terza vittima da inizio anno, mentre gli incidenti segnalati dalla polizia locale con monopattini coinvolti sono più di 100, con 91 feriti.
Tra corso Vittorio e corso Re Umberto un monopattino attraversa la strada con tre persone a bordo, tutte senza casco. Qualche metro più avanti un giovane percorre la pista ciclabile (vietata), taglia un’area pedonale e schizza verso il marciapiede evitando a fatica i pedoni. In corso Giulio Cesare il via vai a metà mattinata si fa incessante. Così come le infrazioni.
Molti ragazzi, dopo averli noleggiati, abbandonano i monopattini sui marciapiedi e agli angoli delle strade. Per incontrare il primo rider con il casco bisogna arrivare in corso Vercelli. Nei dintorni del Politecnico i caschetti si fanno più frequenti, ma nulla più.
Le zone in cui è più elevato il rischio incidenti sono numerose. L’area dove si è consumata l’ultima tragedia, nel quartiere di Borgo Vittoria, è una delle più pericolose: lo conferma un altro grave incidente avvenuto nei mesi scorsi. Altri punti sensibili – percorsi ogni giorno da centinaia di mezzi e oggetto di numerose segnalazioni al vaglio degli agenti della polizia locale – sono il centro, il raccordo della Falchera, corso Casale, corso Grosseto e altre aree a nord della città.
Numeri e immagini che stridono con l’entrata in vigore, dal 14 dicembre 2024, del nuovo codice della strada che ha imposto una stretta all’uso dei monopattini. La normativa vigente prevede infatti l’obbligo di targa, assicurazione e soprattutto del casco; la circolazione è consentita soltanto su strade urbane con limite di 50 chilometri orari mentre è vietato il transito su extraurbane, piste ciclabili, marciapiedi e aree pedonali. La velocità massima consentita resta di 25 chilometri orari. Sulla carta, il nuovo codice rappresenta una rivoluzione. Nei fatti, però, nulla sembra essere cambiato.
Il boom dei monopattini è stato alimentato anche dalla proliferazione delle compagnie di sharing: a Torino ne sono attive quattro, per una flotta complessiva di 3 mila mezzi. Nonostante il recente calo del 30% dei noleggi – legato all’inasprimento delle regole e alla percezione di minore sicurezza – l’uso in sharing resta predominante. L’obbligo del casco e della targa hanno reso la fruizione meno immediata e spinto molti utenti all’acquisto di monopattini privati, meno tracciabili e ancora più difficili da controllare.
D’altronde, finora controlli e sanzioni non sono bastati ad arginare il fenomeno. Nel 2024 la polizia locale ha effettuato 4097 sanzioni totali per biciclette e monopattini: 2592 per soste irregolari e 1505 per violazione di norme di comportamento. Dal primo gennaio al 30 aprile di quest’anno, le sanzioni sono state 1870, di cui 1242 per soste irregolari e 628 per violazione del codice da parte dei conducenti. Di queste, 332 hanno riguardato il mancato uso del casco.