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 2025  giugno 24 Martedì calendario

Il tasso di mortalità cresciuto del 10% rispetto al pre-Covid

Il tasso di mortalità in Italia sta aumentando. Lo rileva il report sulle cause di morte pubblicato dall’Istat, relativo al 2022 ultimo anno della pandemia, che mostra come il numero complessivo di decessi sia stato di 721.974, il 2% rispetto al 2021 e di quasi 85 mila unità più alto della media 2018-2019. «Il tasso standardizzato di mortalità per tutte le cause, pari a 90,4 decessi ogni 10mila abitanti, risulta ancora marcatamente più elevato (9,6%) rispetto alla media del biennio 2018-2019 e ha un valore molto simile a quello rilevato nel 2021» sottolinea l’Istituto di statistica. L’incremento del numero di decessi osservato tra questi due anni (circa 15 mila casi, pari a un aumento del 2%) è legato principalmente all’invecchiamento della popolazione. Le cause di morte più frequenti restano le malattie del sistema circolatorio (222.717 decessi pari al 27%) e i tumori (174.566 pari al 23,1%) anche se sono in lieve calo. In forte riduzione rispetto al 2021 (-34%) e rispetto all’anno precedente (-19%) i decessi per Covid-19, che resta comunque, con 51.630 casi (6,4%), la terza causa di morte. Il rapporto mostra una crescita del tasso di mortalità tra le donne, mentre scende leggermente tra gli uomini. Si tratta di un dato legato all’aumento del tasso di mortalità tra gli ultraottantenni: sono l’unico gruppo di età in cui ma aumenta nel 2022 (+4%), in maniera più evidente tra le donne rispetto agli uomini (+4,7% rispetto a +3,3%). Confermate le differenze geografiche: la mortalità per tutte le cause è generalmente più elevata al Sud e nelle Isole rispetto al resto del Paese, per effetto soprattutto dei tassi più elevati per le malattie circolatorie e il diabete. Incidenti stradali responsabili dell’8,3% delle morti under 50. Il report dell’Istat analizza anche la mortalità per cause esterne, vale a dire non legata a malattie: sono 3,6 ogni 10mila decessi. L’andamento delle morti violente è determinato in gran parte dall’andamento degli incidenti di trasporto, soprattutto nelle classi di età più giovani, nelle quali causano una quota molto rilevante di decessi (8,3% del totale).