Avvenire, 24 giugno 2025
Nuova etichetta energetica per i telefoni
Da oggi chi compra un nuovo smartphone o tablet si troverà davanti a una nuova etichetta con sopra un indice di ecosostenibilità. Ma a che cosa serve? Permette di visualizzare informazioni su efficienza energetica, durata della batteria, protezione da polvere e acqua e resistenza alle cadute accidentali del dispositivo. E per la prima volta, un prodotto immesso sul mercato dell’Ue viene classificato anche in base a un punteggio di riparabilità. Gli unici dispositivi tecnologici esclusi da queste nuove regole sono quelli con display pieghevole così come i tablet basati su Windows (e non Ios o Android) che saranno coperti da un regime separato uguale a quello per i computer.
Nelle intenzioni dei legislatori dell’Unione Europea questa nuova etichetta, legata all’efficienza energetica, potrebbe aiutare i consumatori europei a fare scelte di acquisto più consapevoli e sostenibili e incoraggerà il consumo sostenibile. Si è calcolato che si potranno risparmiare quasi 14 terawattora di energia primaria all’anno entro il 2030: una quota equivalente a un terzo dell’attuale consumo di energia primaria di questi prodotti. I numeri già datati del 2020 indicavano che nei 27 Paesi dell’Unione erano in uso 687 milioni di telefoni e tablet, una media di 1,5 device a persona. In un mercato europeo in crescita che ogni anno assorbe centinaia di milioni di dispositivi mobili, l’impatto potenziale di questa misura è enorme e permetterebbe di ridurre i rifiuti elettronici, incentivare il riutilizzo e contribuire a ottimizzare l’uso e il riciclo di materie prime essenziali.
Esattamente come accade già per televisori e frigoriferi, ci sarà un sistema di valutazione dedicato, con una lettera esplicativa dell’impatto energetico, attraverso una classe di efficienza energetica (su scala da A a G), a cui si aggiunge un indicatore sulla durata effettiva della batteria in condizioni d’uso intensivo e della sua longevità, espressa in cicli di ricarica garantiti prima di un calo sotto l’80% della capacità. Presente anche la classe di affidabilità rispetto a urti e cadute, basata su test standard da un metro di altezza, e l’indicazione del grado di protezione dalle particelle di polvere e da liquidi (tramite lo standard internazionale “Ingress Protection”). Per garantire la tracciabilità, ogni etichetta include un codice Qr collegato al registro Eprel (l’European Product Registry for Energy Labelling), un database europeo contenente tutte le specifiche tecniche e i risultati dei test effettuati su quello specifico modello. I produttori sono pure tenuti a garantire un supporto software minimo di 5 anni, inclusi gli aggiornamenti di sicurezza che devono essere rilasciati entro 4 mesi dalla loro disponibilità. L’indice di riparabilità contiene un punteggio che valuta quanto sia facile smontare il dispositivo, la disponibilità dei pezzi di ricambio, la presenza di manuali tecnici e la compatibilità con pratiche di riparazione indipendenti. Questo indicatore penalizza i dispositivi progettati per essere difficilmente riparabili e premia invece quelli pensati per una manutenzione accessibile, andando nella direzione del contrasto all’obsolescenza programmata.
In vigore dal 20 giugno 2025, pur avendo intenti positivi la nuova regolamentazione porta con sé delle criticità significative per i produttori e, a cascata, per i consumatori. L’obbligo di garantire la durabilità, l’aggiornabilità e la riparabilità per i telefoni economici potrebbe trasformarsi per i produttori in un eccessivo onere di conformità: uno smartphone da 100 euro potrebbe arrivare a costare 110-120 euro, con un rincaro del 10-20% per i consumatori soprattutto quelli che mirano agli smartphone di fascia bassa dove il prezzo è il fattore principale nella scelta d’acquisto. Inoltre, le aziende sono tenute ad assicurare la disponibilità di pezzi di ricambio essenziali (come display, batterie, fotocamere) per sette anni dalla data di lancio del prodotto e ciò implica la necessità di mantenere scorte consistenti di componenti per tutti i modelli, anche quelli meno recenti o di fascia bassa. Oltre a occuparsi di fornire guide dettagliate su come riparare i loro smartphone, ai riparatori è necessario fornire istruzioni su come riparare i pezzi stessi. Questo richiede la creazione e la manutenzione di un vasto database di informazioni tecniche, con un notevole sforzo per i produttori, specialmente per i modelli di fascia bassa. Lo faranno? O semplicemente toglieranno dal mercato i modelli più economici? Resta da sciogliere anche il nodo sui controlli: ogni Stato dovrà vigilare sulla regolare nuova etichetta energetica, ma nel nostro Paese al momento non è stato chiarito quale sarà l’autorità deputata a vigilare sull’applicazione della normativa.