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 2025  giugno 23 Lunedì calendario

Caine, il generale pronto a tutto per compiacere Donald Trump: «Sono pronto a uccidere per lei, signore»

«Sono pronto a uccidere per lei, signore». L’aneddoto è stato raccontato varie volte da Trump e come sempre capita con lo storytelling presidenziale i dettagli mutano: il generale Caine portava un berretto rosso «Make America Great Again» (in spregio ai regolamenti sui militari apolitici e apartitici) o non lo portava, ha detto che Isis si poteva annientare in una settimana o quattro settimane (ma di sicuro non ci sarebbero voluti anni come dicevano i burocrati del Pentagono), e anche la frase un po’ grandguignolesca sull’essere pronto a uccidere per il comandante in capo delle forze armate è stata messa in dubbio da qualcuno.
Ma di sicuro quando Trump, allora al primo mandato, incontra in una base americana in Iraq il generale di corpo d’armata che si presenta come «Razin Caine» usando il soprannome da pilota di caccia invece del nome di battesimo, resta affascinato. Al punto da sceglierlo, in modo irrituale, come nuovo capo di stato maggiore congiunto dopo aver cacciato in malo modo il bideniano e afroamericano Charles Q. Brown jr colpevole di avere opinioni “woke”, di sinistra, sulle pari opportunità.
Ecco così che per la prima volta il capo di stato maggiore delle forze armate statunitensi viene messo al suo posto con un’eccezione approvata dal presidente perché Caine non aveva i requisiti tecnici per una promozione così importante.
Ma Trump voleva un fedelissimo, politicamente allineato, allergico alle procedure, e l’ha ottenuto, pur con l’imprimatur un po’ traballante del Senato: 60 voti a 25 nel cuore della notte del 6 aprile, con 15 assenti (chiusura del Parlamento per le vacanze di Pasqua, ebraica e cristiana) e 15 democratici centristi schierati con i repubblicani.
Normalmente una carica così essenziale nel funzionamento dello Stato riceve se non proprio unanimità almeno 90 voti su 100, ma già dal soprannome Caine va contro le regole.
 
Raising Cain, letteralmente «allevare Caino» in slang significa «combinare casini», e la perfetta assonanza con Razin Caine (to raze significa radere al suolo) è evidente: era favorevole alla disruption da pilota di F-16, lo rimane anche adesso. Cinquantasei anni, laurea in Economia nel 1990 al Virginia Military Institute dove è stato nominato sottotenente nell’Air Force Reserve Officer Training Corps, dopo il programma di addestramento congiunto Euro-NATO per piloti di jet presso la base aerea di Sheppard, Texas (dove ha ricevuto il soprannome) è entrato a far parte della Guardia Nazionale Aerea di New York come pilota di F-16. Oltre 2.800 ore di volo, di cui 150 in combattimento: Caine ha prestato servizio in due missioni in Iraq, in particolare sviluppando un piano per contrastare i missili Scud iracheni durante l’invasione del 2003. Capo armamenti del 410th Air Expeditionary Wing, assistente comandante generale del Joint Special Operations Command (2016-2018), prima del pensionamento nel dicembre 2024 è stato direttore associato per gli affari militari della Cia.