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 2025  giugno 23 Lunedì calendario

Genova, calcio e noir. Giocatori intossicati e intercettazioni: tutti i misteri del Novotel

L’intossicazione di massa che ha colpito i giocatori e lo staff tecnico-dirigenziale della Salernitana dopo la partita giocata a Genova domenica 15 contro la Sampdoria (andata del “playout salvezza” di Serie B), non riguardando la Serie A non ha goduto sui media di particolare risalto. Il club campano, che alloggiava al Novotel di Genova, aveva chiesto alla struttura di preparare un pasto d’asporto, a base di riso alla cantonese, da consumare a mezzanotte dopo la partita prima di salire sul charter che l’avrebbe riportato a Salerno. Una volta in volo, la quasi totalità della comitiva ha cominciato ad accusare dolori lancinanti e problemi gastrointestinali; al punto che all’arrivo all’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi ventuno persone, tra cui dieci giocatori, sono state trasportate in ambulanzanegli Ospedali di Salerno e Battipaglia. La conseguenza immediata è stata il rinvio del match di ritorno da venerdì 20 a ieri; il tutto mentre a Genova entrava in azione la ASL per svolgere un’indagine volta a scoprire se la preparazione dei pasti fatta al Novotel fosse avvenuta correttamente e se i cibi fossero poi stati trasferiti, dallo staff della Salernitana, nei contenitori isotermici indispensabili per impedire l’insorgenza di un microclima favorevole alla proliferazione di organismi nocivi come il bacillus cereus o la salmonella. Inutile dire che il sospetto di un avvelenamento doloso pro Sampdoria (la Procura ha aperto un’inchiesta per sospetta adulterazione alimenti) ha subito cominciato a serpeggiare alimentato in particolare dalla tifoseria del Genoa – il club cittadino rivale della Samp – che non ha dimenticato come il Novotel fosse stato al centro di un altro caso di “cronaca nera” sportiva che costò caro al Genoa: quello che nel 2005 portò, grazie anche all’utilizzo di cimici nascoste nelle camere dell’hotel in cui alloggiava il Venezia, alla scoperta di un tentativo di corruzione attuato dal presidente genoano Preziosi al fine di mettere al sicuro, all’ultima giornata, la vittoria contro il Venezia che avrebbe dato al Genoa la promozione in Serie A. Vittoria che avvenne in modo rocambolesco (3-2, ma con il Venezia che a un certo punto era addirittura passato in vantaggio) ma venne poi non solo cancellata, ma tramutata in una punizione assai più grave: la retrocessione del club rossoblu in serie C per illecito.
Genoa-Venezia 3-2 (con due gol di Milito, per la cronaca) fu giocata l’11 giugno 2005. Tre giorni dopo il dirigente del Venezia Giuseppe Pagliara venne fermato da una pattuglia dell’Arma dei Carabinieri a Cogliate, a due passi dalla sede della “Giochi Preziosi” di Enrico Preziosi, con una valigetta contenente 250 mila euro in contanti e un modulo di contratto riguardante la cessione del giocatore Maldonado dal Venezia al Genoa. Pagliara si giustificò dicendo che i 250 mila euro erano un anticipo della somma pattuita per la vendita del giocatore; ma i giudici sportivi, avvalendosi anche delle carte dei magistrati genovesi Alberto Lari e Giovanni Arena che indagavano su casi di scommesse clandestine, non gli credettero. Nei giorni precedenti la partita gli inquirenti avevano intercettato, tra le altre, anche una telefonata intercorsa tra il presidente del Genoa Prezosi e quello del Venezia Dal Cin ritenuta sospetta. Così il Genoa, che​ aveva appena festeggiato il ritorno in Serie A, si ritrovò in C e col presidente Preziosi squalificato per 5 anni con richiesta di radiazione.
La morale della favola è solo una: se siete alla guida di un club di calcio e andate a Genova per giocare contro Sampdoria o Genoa, state lontani dal Novotel; potreste trovare Poirot che vi aspetta.