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 2025  giugno 23 Lunedì calendario

Manichini crash test: “Sono fatti solo per gli uomini, donne a rischio”

La denuncia arriva dagli Stati Uniti, dove ogni anno circa 40.000 persone perdono la vita in incidenti stradali: c’è una grave lacuna nei test di sicurezza dei veicoli. I manichini utilizzati per i crash test sono infatti progettati quasi esclusivamente sulla base del corpo maschile, nonostante le donne corrano un rischio di lesioni significativamente maggiore, del 73% in più, negli incidenti frontali.

L’associazione
Maria Weston Kuhn, sopravvissuta a un incidente quasi fatale nel 2019, ha fondato l’associazione no-profit Drive US Forward per affrontare questa problematica. La sua organizzazione sta spingendo ai membri del Congresso di sostenere il progetto di legge She Drives Act, che obbligherebbe la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ad aggiornare gli standard e introdurre un nuovo manichino femminile. Un’azienda del Michigan, Humanetics, ha già sviluppato un modello avanzato, ma i test standard continuano a utilizzare un manichino degli anni ’70 basato su un uomo di corporatura media.
Da sopravvissuta ad attivista
L’attivismo di Maria Weston Kuhn, 25 anni, nasce da un’esperienza traumatica. Durante una vacanza in Irlanda, un incidente frontale ha costretto lei e sua madre a sottoporsi a interventi chirurgici d’urgenza, mentre suo padre e suo fratello, seduti davanti, sono rimasti illesi. “Erano i più vicini al punto di impatto,” ha raccontato Kuhn all’Associated Press. Le sue lesioni, causate dalla cintura di sicurezza che, scivolando dai fianchi, le ha provocato la rottura dell’intestino, hanno sollevato un interrogativo cruciale. La scoperta è arrivata grazie a un articolo di Consumer Reports trovato sul suo letto, lasciatole dalla nonna: i manichini utilizzati dalla NHTSA, risalenti agli anni ’70, sono modellati sul corpo maschile, ignorando le differenze anatomiche che aumentano il rischio per le donne.
Si punta ad avere un manichino femminile avanzato nei crash test
Kuhn, che a breve inizierà la scuola di legge alla New York University, ha fondato Drive US Forward per sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere per una legge che obblighi la NHTSA a integrare un manichino femminile avanzato nei test. L’agenzia ha l’ultima parola su quali veicoli possono essere immessi sul mercato, e il tipo di manichino utilizzato influisce sulle ambite valutazioni a cinque stelle.
L’evoluzione dei manichini
L’azienda Humanetics, con sede a Farmington Hills, Michigan, ha sviluppato un manichino avanzato femminile, il THOR-5F, insieme a una versione maschile, il THOR-50M. Questi manichini, dotati di sensori che rilevano differenze anatomiche come collo, clavicola, bacino e gambe, riflettono meglio le lesioni specifiche delle donne, che, secondo uno studio NHTSA, subiscono l’80% di traumi in più gravi rispetto agli uomini. Il THOR-5F, con un costo di circa 1 milione di dollari, è il doppio rispetto al vecchio Hybrid III, ma offre una precisione nella previsione delle lesioni.
Mentre Europa, Cina e Giappone hanno adottato il THOR-50M subito dopo l’incidente di Kuhn, gli Stati Uniti non hanno ancora approvato né il modello né la versione femminile. Christopher O’Connor, CEO di Humanetics, ha sottolineato che i manichini fisici sono indispensabili per validare i test virtuali e migliorare la sicurezza dei veicoli.
Non tutti concordano sulla necessità di nuovi manichini. L’Alliance for Automotive Innovation, associazione di categoria del settore, sostiene che aggiornare l’Hybrid III sarebbe più rapido ed efficace rispetto all’adozione di tecnologie “non comprovate”. Alcuni produttori temono che i sensori avanzati dei THOR possano esagerare i rischi di lesioni, riducendo il valore percepito di dispositivi come cinture di sicurezza e airbag.
Un rapporto del 2023 dell’Insurance Institute for Highway Safety (IIHS) ha criticato il THOR-50M per la sua scarsa precisione nel prevedere lesioni toraciche, nonostante l’aumento dei sensori. “Più non significa necessariamente meglio,” ha dichiarato Jessica Jermakian, vicepresidente senior di IIHS. Tuttavia, i test iniziali della NHTSA, basati su cadaveri, hanno mostrato che i THOR superano l’Hybrid III nella previsione di quasi tutte le lesioni.
Un percorso lento verso il cambiamento
La NHTSA ha stanziato fondi per sviluppare il THOR-5F, ma un rapporto del Government Accountability Office del 2023 ha evidenziato numerosi “traguardi mancati” nei progressi sui manichini. Anche il THOR-50M, già in uso altrove, attende ancora l’approvazione finale negli Stati Uniti. Questo ritmo lento frustra attivisti come Kuhn, che riconosce le resistenze dell’industria automobilistica, preoccupata dai costi di redesign. “Fortunatamente, hanno ingegneri molto competenti che troveranno una soluzione,” ha detto.
Per sopravvissute come Bridget Walchesky, 19 anni, che ha subito otto interventi dopo un incidente nel 2022 in Wisconsin, la questione è personale. La sua clavicola fratturata, aggravata da una cintura di sicurezza mal adattata al corpo femminile, evidenzia la necessità di test più inclusivi. “Le cinture non sono progettate per i corpi delle donne,” ha dichiarato.
Il dibattito insomma continua. Di certo lo She Drives Act rappresenta un passo cruciale per colmare il divario di genere nella sicurezza dei veicoli. Resta da vedere quanto tempo ci vorrà affinché le normative statunitensi si adeguino.