ilmessaggero.it, 23 giugno 2025
«Ricette inappropriate»: la Asl rivuole 16 mila euro da cinque medici di base
Cinque medici di medicina generale dovranno restituire complessivamente 15.851,77 euro alla Asl di Latina perché hanno prescritto farmaci in modo non conforme alle norme. La decisione, formalizzata con una delibera dello scorso 20 giugno, è stata presa al termine di un controllo a campione sulle prescrizioni dell’anno 2024. Le commissioni per l’appropriatezza prescrittiva dei distretti sanitari del territorio pontino, che si occupano di fare queste verifiche, hanno individuato 722 ricette fuori dai parametri previsti.
LE IRREGOLARITÀ
I trattamenti riguardano circa 200 assistiti. «Durante le attività di monitoraggio sono emerse prescrizioni effettuate al di fuori di quanto previsto dalle schede tecniche allegate all’autorizzazione dei farmaci», ha dichiarato la direttrice generale della Asl di Latina, Sabrina Cenciarelli.
Dall’azienda sanitaria fanno sapere che le irregolarità segnalate sono di due tipi. La prima riguarda le quantità prescritte, superiori alle dosi massime autorizzate. In alcuni casi, i pazienti hanno ricevuto fino al doppio del numero previsto. Si tratta di inibitori di pompa protonica (per l’acidità gastrica), statine (per l’ipercolesterolemia), vitamina D ed eparine a basso peso molecolare.
La seconda anomalia riguarda l’uso di un farmaco specifico per il trattamento del dolore da Herpes Zoster, conosciuto anche come fuoco di sant’Antonio. Il medicinale è stato somministrato a pazienti che non avevano in contemporanea un trattamento antivirale. Secondo la scheda tecnica, l’uso del farmaco antidolorifico è giustificato solo se associato a una terapia per contrastare il virus.
I medici sono stati convocati davanti alle commissioni, che hanno deliberato all’unanimità il recupero delle somme. Istituiti all’interno dell’azienda sanitaria, questi accertamenti vengono fatti da professionisti interni, tra cui dottori e farmacisti. Le loro verifiche, effettuate a campione o per specifici ambiti, servono a individuare eventuali anomalie nelle prescrizioni e, se necessario, a richiedere chiarimenti o attivare misure correttive. Ai professionisti coinvolti verrà sottratta l’eccedenza alla loro prima retribuzione utile.
NON CI SONO REATI
L’Asl sottolinea che non sono emersi elementi di natura disciplinare o penale. L’intervento si basa su un principio amministrativo: la sanità pubblica, tramite le aziende locali, può chiedere ai prescritti la restituzione delle somme spese per farmaci prescritti fuori dai limiti autorizzati, anche quando si tratta di un semplice errore tecnico. L’appropriatezza prescrittiva è uno degli strumenti fondamentali per mantenere l’equilibrio tra diritto alla cura e sostenibilità economica. Ogni anno, mediamente, i medici di famiglia producono 12mila ricette. E ogni prescrizione non è solo un atto clinico nei confronti degli assistiti, ma anche un impegno di spesa per il Servizio Sanitario Nazionale.