corriere.it, 20 giugno 2025
Stop ai pulcini triturati vivi, via libera ai metodi alternativi per individuarne il sesso
Entro la fine del 2026 in Italia non sarà più possibile l’abbattimento selettivo dei pulcini maschi vivi, una pratica ricorrente nell’allevamento di di galline destinate alla produzione di uova, che avviene oggi in modo estremamente cruento, con la soppressione dei neonati dentro a vere e proprie camere a gas o per triturazione. Ma questa pratica potrebbe essere sostituita in anticipo rispetto a quanto previsto dalla legge approvata dal Parlamento nell’agosto di tre anni fa. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha infatti annunciato l’approvazione, nell’ambito della conferenza Stato-Regioni, delle linee guida relative al sessaggio in ovo, ovvero il processo di identificazione del sesso dei pulcini quando ancora sono all’interno del guscio.
La determinazione del sesso è imprescindibile, perché trattandosi di pulcini destinati a diventare galline ovaiole, e quindi selezionati esclusivamente per la produzione di uova, gli esemplari maschi non sono idonei. E visto che non possono essere utilizzati per la produzione di carne, perché a questo scopo si utilizzano altre varietà genetiche, per gran parte delle aziende risulta molto più economico procedere alla loro eliminazione. Cosa che avviene, con le modalità già indicate, a un solo giorno di vita. I video che circolano in rete sul processo di selezione e triturazione sono molto eloquenti: su un nastro trasportatore i pulcini passano sotto gli occhi di operatori esperti che sanno riconoscere ad uno sguardo i maschi, che vengono subito separati dagli altri e gettati direttamente in un imbuto collegato ad un trituratore. In pochi istanti lame e ingranaggi riducono l’animaletto in poltiglia, buona al limite per l’industria di mangimi.
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Ci sono anche storie diverse, come quella di Fattorie Piemonte, azienda del Cuneese che sceglie di non eliminare i pulcini maschi, ma di farli comunque crescere e di regalarli ad altre aziende, che solo dopo sei mesi potranno anche usarli per la produzione di carne. Che è poi quello che avveniva in passato nelle cascine, dove non si sprecava nulla. Ma oggi negli allevamenti di tipo industriale si tende a massimizzare le rese e i pulcini di ovaiola non sono considerati adatti alla produzione di carne. Si usano i polli brolier, una varietà selezionata proprio per la macellazione, con caratteristiche fisiche, come il petto molto più sviluppato, che la rendono particolarmente funzionale allo scopo.
«Abbiamo compiuto un passo avanti verso una dimensione etica e rispettosa degli animali nel comparto avicolo – commenta il ministro Lollobrigida -. Questo passo porterà all’abolizione dell’abbattimento selettivo dei pulcini maschi. Le tecnologie consentono oggi di risparmiare la sofferenza animale operando la selezione prima della schiusa e quindi prima della nascita e prima che i pulcini maschi possano provare dolore». Sostanzialmente si tratta di utilizzare macchinari in grado di leggere all’interno del guscio e di determinare il sesso del nascituro. I maschi semplicemente non saranno fatti nascere. «Il nostro comparto avicolo è leader in Europa – ha aggiunto Lollobrigida – e lo sarà anche per il rispetto degli animali. Il ministero sarà al fianco dei produttori in questo giusto sforzo per raggiungere il traguardo». Sulla stessa linea il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato: «Siamo pronti ad adottare un decreto per indirizzare al meglio l’industria italiana della produzione delle uova affinché, con metodi e tecnologie all’avanguardia, venga eliminata nel nostro Paese la pratica dell’abbattimento selettivo dei pulcini maschi».
Esprime soddisfazione Animal Equality, associazione animalista che da mesi fa pressing sul governo – nelle settimane scorse era stato organizzato anche un flash mob visuale sulle arcate del Colosseo – affinché si completi il processo legislativo che consentirà di arrivare davvero al superamento degli abbattimenti di massa. La scadenza per l’approvazione dei provvedimenti rimasti in sospeso era infatti stata fissata nel 7 aprile del 2024. Siamo già dunque a oltre un anno di ritardo. L’approvazione delle linee guida è un passo avanti, tuttavia al momento i pulcini continuano ad essere selezionati, ovvero uccisi, con il vecchio metodo. Di qui l’esigenza di accelerare.
«Nell’attesa di vedere le linee guida pubblicate e di verificare il loro contenuto – sottolinea Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia -, possiamo dire che la fine della strage dei pulcini maschi è sempre più vicina. L’attuazione del divieto è un passaggio fondamentale per porre fine alla crudele uccisione che milioni di animali sono ancora oggi costretti a subire in Italia da parte dell’industria delle uova. Il governo italiano può finalmente mantenere fede alle sue promesse impegnandosi a garantire il rispetto dei diritti degli animali, come stanno già facendo in Europa Francia, Germania e Olanda. Noi continueremo a vigilare affinché ciò avvenga».