repubblica.it, 20 giugno 2025
Segnale radio misterioso emerso dai ghiacci in Antartide. Gli scienziati: “Non sappiamo spiegarlo”
Il segnale radio, a sorpresa, era emerso da sotto al ghiaccio. Gli scienziati erano andati a cercarlo in cielo, piazzando i loro rilevatori a bordo di palloni lanciati dalla Nasa in Antartide.
L’esperimento
Le onde radio provenienti dallo spazio – era la speranza dei fisici impegnati nell’esperimento Anita – Antarctic Impulsive Transient Antenna – avrebbero fornito informazioni importanti sugli avvenimenti lontani del cosmo, capaci di generare i raggi cosmici che costantemente bombardano la Terra.
L’impulso radio captato da Anita proveniva invece da un punto più basso dell’orizzonte, cioè da sotto ai piedi degli scienziati. Era riuscito ad attraversare l’intero pianeta senza essere bloccato. E questa impresa riesce a un unico tipo di particella nell’universo (fra quelle note): il neutrino.
Gli altri osservatori non hanno visto nulla
Eppure, dopo anni di analisi, i fisici impegnati nell’esperimento in Antartide hanno escluso che l’onda radio provenisse dai neutrini, elusivi ed enigmatici viaggiatori spaziali, privi di carica, con una massa piccolissima, capaci di attraversare la materia come i fantasmi attraversano le pareti.
Né un altro osservatorio specializzato in neutrini situato in Antartide – chiamato IceCube – né una serie di antenne costruite per captare i raggi cosmici in Argentina (l’osservatorio Auger) avevano infatti captato il segnale misterioso.
Quale sia l’origine dell’onda resta ignoto. “Ma ciò che sappiamo è che con tutta probabilità non rappresenta dei neutrini” ha concluso Stephanie Wissel, fisica della Penn University negli Stati Uniti, una delle autrici dello studio appena pubblicato su Physical Review Letters.
Le voci dell’universo
L’Antartide è una regione particolarmente tranquilla per la rilevazione dei segnali dal cosmo. Montati a bordo di palloni riempiti di elio, gli strumenti degli scienziati riescono a raggiungere gli strati più alti dell’atmosfera e raccogliere le “voci” dell’universo, sotto forma di onde e particelle emesse durante la nascita, la morte o l’esplosione dei vari corpi celesti.
Nel caso di Anita, le sue 96 antenne hanno volato a 36 chilometri di altitudine tra il 2006 e il 2018, sfruttando la corrente circolare d’alta quota che si chiama vortice polare.
Compito degli strumenti era captare sia i neutrini che le onde radio provenienti dallo spazio e riflesse dal ghiaccio antartico, coprendo un orizzonte di 700 chilometri.
Il segnale emerso dal ghiaccio
“Le onde radio che abbiamo rilevato provenivano da una direzione di 30 gradi sotto alla superficie del ghiaccio” ha spiegato Wissel. “Avrebbero dovuto attraversare migliaia di chilometri di roccia prima di raggiungere i nostri rivelatori. La roccia avrebbe dovuto assorbirle e renderle impossibili da misurare”.
A dicembre un nuovo esperimento chiamato Pueo, l’erede di Anita, dotato di una sensibilità cinque volte maggiore, verrà lanciato per provare a risolvere il mistero.
Le ipotesi dei fisici
Nel frattempo non è del tutto vero che manchino le ipotesi. Tra le idee – prive per il momento di base solida – avanzate dai fisici teorici c’è l’esistenza di un tipo di neutrino sconosciuto. Un’altra possibilità è che le enigmatiche onde radio rivelino l’esistenza di materia oscura: un tipo di materia invisibile ma capace di esercitare attrazione gravitazionale sugli oggetti dell’universo.
Negli anni scorsi non è mancato chi ha provato a leggere nel segnale anomalo di Anita l’esistenza di universi paralleli. L’idea, nata nel 2018 dalle speculazioni di un gruppo di fisici teorici, suggeriva che il segnale radio rilevato in Antartide provenisse da un neutrino arrivato da un universo dove il tempo scorreva in tempo inverso, esauritosi con lo stesso Big Bang che ha dato il via all’universo attuale.