repubblica.it, 20 giugno 2025
Una montagna di dollari già spesi per le guerre: Israele quanto potrà ancora andare avanti?
Dopo avere già speso più di 67 miliardi di dollari in un anno e nove mesi di guerra a Gaza, Israele sta ora spendendo anche 735 milioni di dollari al giorno per il nuovo conflitto in Iran: il periodo più costoso della sua storia dal punto di vista militare, anche perché in passato le guerre dello Stato ebraico sono state sempre brevi. Varie testate internazionali, dal Wall Street Journal all’Economic Times dell’India, fanno i conti in tasca a Gerusalemme, calcolando le suddette cifre e domandandosi “per quanto tempo potrà andare avanti a questo ritmo”. Secondo il sito economico Calcalist, citato dal giornale di Nuova Delhi, il costo della guerra di Gaza aveva già superato i 67 miliardi di dollari alla fine del 2024 e da allora non si è arrestato: una cifra indicata anche dall’agenzia Reuters e dal Guardian di Londra. Adesso, con l’apertura di un nuovo fronte in Iran, la spesa per la difesa sta ulteriormente accelerando.
I costi dei raid su Libano e Yemen
Un rapporto di Ynet News cita il generale di brigata in congedo Rèem Aminach, ex consulente finanziario del capo di stato maggiore delle Forse di difesa israeliane, secondo cui solo le prime 48 ore di operazioni militari contro Teheran sarebbero costate quasi 1 miliardo e mezzo di dollari. Complessivamente, affermano gli esperti, Israele spende circa 735 milioni di dollari al giorno per la guerra in Iran. A tutto questo bisogna aggiungere i costi dei raid dell’ultimo anno e mezzo contro gli Hezbollah in Libano e gli Houti nello Yemen, i due movimenti alleati dell’Iran; e le incursioni in Siria dopo la caduta del regime di Assad. Un investimento che, nonostante i massicci aiuti militari americani, potrebbe cominciare a farsi sentire.
Il peso dei riservisti sull’economia
L’arruolamento di massa dei riservisti, in un esercito di leva come quello israeliano in cui sia gli uomini che le donne prestano il servizio militare obbligatorio, sta inoltre pesando sulla produttività dell’economia. Il ministero della Finanze ha abbassato le previsioni di crescita del Pil israeliano per il 2025 dal 4,3 al 3,6 per cento, con un deficit che aumenta la pressione sul bilancio e il rischio di tagli ai servizi pubblici, in particolare sanità e istruzione. Ma con i missili iraniani che cadono su Tel Aviv, Haifa, Gerusalemme, e con l’offensiva a Gaza di cui non si intravede ancora la fine, la priorità viene data alla Difesa, il cui budget è pressoché raddoppiato in due anni e assorbe ora quasi il 7% del pil di Israele, secondo solo all’Ucraina a livello mondiale: non a caso si tratta dei due Paesi impegnati in guerre che entrambi descrivono come cruciali per la propria sopravvivenza.