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 2025  giugno 20 Venerdì calendario

Botte ai neri, insulti e droga infilata in tasca: quei 15 “bravi ragazzi” tra i vigili di Genova

Fra loro si chiamavano i “Bravi ragazzi”, come i Goodfellas di Martin Scorsese. C’era chi si era dotato dei famigerati Tonfa, i manganelli diventati tristemente famosi durante il G8 di Genova del 2001. Ma è la loro chat a raccontare meglio di ogni altra cosa questa squadra di vigili diventati cattivi tenenti. Le botte erano “cioccolatini” di “marca Sberlari” e “torte sacher”, “giri sulla giostra” e “benedizioni”. I target erano quasi sempre i più deboli. Stranieri, i “negri di merda”, di cui fare “pulizia” o con “il napalm”. Disperati a cui sottrarre i risparmi nel caos di uno sfratto. Oppure tossici trasformati in spacciatori, grazie alla comparsa di bustine messe in tasca al momento giusto: perché la droga, dice uno dei veterani, “può sempre servire per una perquisizione”.
Da qualche tempo, secondo la Procura di Genova, c’era un’enclave della polizia locale genovese che era diventata questa cosa qui. Un romanzo nero che sembra uscito dalla penna di James Ellroy, con uomini in divisa che confondono il confine tra il bene e il male, in modo consapevole e ostentato. Come quando a febbraio del 2024, un minorenne libico, preso a calci nei testicoli, viene denunciato per resistenza: “Tanto è la sua parola contro la nostra, siamo pubblici ufficiali”. A marzo è la volta di un borseggiatore marocchino, fermato sul bus. Finisce al pronto soccorso di Voltri con “trauma facciali”, “fratture” e un “trauma lombare”, dopo essere stato picchiato su un’auto di servizio. Era successo qualcosa di simile a Capodanno, la vittima in quel caso è un uomo sudamericano, arrestato per resistenza, preso a manganellate mentre è in ginocchio, ammanettato con le mani dietro la schiena. Un’altra volta ancora, nell’ambito di un “servizio antidegrado”, un consumatore di crac viene apostrofato così: “Sei un pezzo di merda, uno scarto della società, non servi a un cazzo. Ti va bene che non eri nella macchina perché sennò ti avrei ammazzato di botte”. In tasca gli trovano dell’hashish che lui dice di non aver mai visto: “E meno male che voi siete la polizia”. Un’agente, che denuncerà i colleghi, dice di “essersi vergognata della divisa”.
Ma cos’era esattamente questo manipolo di agenti che si sentivano al di sopra della legge? Erano solo mele marce? Come spesso accade, la destra genovese aveva vinto promettendo legge e ordine, specie nei vicoli della città vecchia. Un sogno securitario che aveva trovato compimento in un disegno politico: la trasformazione del corpo di polizia municipale, da vigili a sbirri, dal traffico ai servizi antidroga. Una mutazione antropologica e persino estetica, con la comparsa di giubbotti antiproiettile, nuove armi in dotazione ed equipaggiamenti tattici. Qualcuno l’aveva detto anche nei comitati per la sicurezza in Prefettura, in tempi non sospetti: c’è il rischio di un uso improprio di questi pattuglioni.
Sono quindici gli agenti indagati, ora trasferiti a mansioni d’ufficio. La vicenda giudiziaria, come spesso accade, sembra segnare anche la fine di un ciclo politico. “Vogliamo ridefinire le competenze della polizia locale”, sono state le prime parole da sindaca di Silvia Salis. Che deve tornare quello di prima: non più sbirri, ma vigili.