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 2025  giugno 20 Venerdì calendario

Il dizionario facile che parla ai ragazzi

«Purtroppo il vocabolario, che dovrebbe essere lo strumento principe per la comprensione della lingua italiana e anche per aiutare a conoscerla meglio, è diventato uno strumento ostile e sconosciuto ai giovani», dice la linguista Valeria Della Valle, che dirige assieme a Giuseppe Patota il nuovo Vocabolario Treccani Dizionario dell’italiano Treccani 100 (un volume in formato enciclopedico, 1280 pagine, oltre 2000 voci, centomila lemmi e accezioni, 300 euro). Un vero caso editoriale, per un libro del genere: le prime mille copie sono andate a ruba al Salone del Libro di Torino e ora si attende la ristampa.
«Frequentiamo anche molto ragazzi e adolescenti un po’ in tutta Italia, in incontri fatti per sviluppare il loro lessico. Ed è un po’ come si dice: i giovani non sanno usare più le parole della lingua italiana». Di qui la decisione di creare un vocabolario completamente nuovo, pensato per rispondere alle crescenti difficoltà di apprendimento dei ragazzi tra i 9 e i 18 anni. La cosiddetta generazione alpha.
INTERLOCUTORI
«Questo non è un veccho dizionario Treccani – dice Della Valle – semplificato e abbreviato. Abbiamo deciso di rivoltarlo come un calzino per creare un’opera completamente nuova». Come? «Abbiamo lavorando pensando di avere, come interlocutore, un ragazzo o una ragazza di quell’età. Tutto deve essere comprensibile, scritto in maniera semplice. Rispetto alle altre opere precedenti, questa non è scritta in “vocabolariese”. I dizionari, soprattutto quelli più tradizionali del passato, hanno un loro gergo rivolto principalmente alle persone colte. Quindi il primo grande cambiamento è stato di scrivere ogni spiegazione, ogni definizione, in forma narrativa».
Il risultato appare, già a prima vista, notevole. Spiccano le lettere dell’alfabeto e le parole evidenziate e colorate, e soprattutto il testo delle definizioni, la lingua e la forma. Prendiamo una parola comune ma non comunissima come “cabotaggio”. Si trova l’indicazione della pronuncia (cabotàggio); la derivazione (dal nome francese cabotage), il genere (maschile) e il plurale (cabotaggi). E la definizione: «La navigazione marittima che si svolge da un porto a un altro di uno stesso Stato».
LA DIFFERENZA
Ma qual è la differenza principale, tra la generazione alpha e quelle precedenti? «Loro – spiega la linguista – sono abituati già a un mondo digitale, quindi la risposta la vogliono subito e tutta insieme». «Per noi – precisa – ogni voce, ogni definizione, ogni spiegazione deve essere totale, chiusa e non li deve rimandare altrove, perché loro questa pazienza non ce l’hanno più».
Altra differenza fondamentale rispetto al passato, le abbreviazioni: «Non sempre erano comprensibili – letter, pop, gerg – tutto questo noi l’abbiamo completamente spazzato via». Ma non è finita. «La grande novità l’abbiamo ereditata dal vocabolario precedente – spiega Della Valle – perché siamo stati i primi a invertire la rotta che valeva da secoli. Fino al 2022 i sostantivi e gli aggettivi in tutti i vocabolari erano registrati solo al maschile. Quindi si trovava: bello, ballerino, avvocato, notaio». Di qui la decisione di superare questa convenzione non basata su regole grammaticali, ma su abitudini culturali.
PAROLACCE
E soprattutto, ora nel dizionario ci troviamo veramente di tutto. «Quando io ero adolescente – dice la linguista – nei primi anni 60, noi nei dizionari andavamo a cercare le parolacce. Ma ne trovavamo molto poche, perché i lessicografi di allora erano un po’ moralisti. Invece noi ci mettiamo tutto, anche le parole, gli usi sessuali più estremi, più volgari». Ma c’è un modo di farlo correttamente: «Le spieghiamo in modo limpido e quando poi ci sono parole che corrispondono a insulti, contro le donne o contro le minoranze, le registriamo. Ma con un’avvertenza, un piccolo semaforo di avvertimento, di spiegazione del contesto, parliamo di mentalità del passato, e via dicendo».
Ma ci sono anche le parole usate dai ragazzini? Sì e no. «Non abbiamo voluto strizzare l’occhio ai gerghi giovanili, che cambiano molto velocemente. Ma ci sono quelle che sono rimaste in uso. Basti un esempio: scialla».