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 2025  giugno 20 Venerdì calendario

Abruzzo, bocciata legge sul fine vita

«Itema è di competenza nazionale». Il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha bocciato il progetto di legge sul fine vita. Il “no” è prevalso con i voti della maggioranza di centrodestra, mentre hanno votato a favore i gruppi di Pd, Abruzzo Insieme, M5s, Avs, Azione e Riformisti, componenti la coalizione di opposizione del Patto per l’Abruzzo. Il progetto di legge d’iniziativa popolare, per la prima volta utilizzato nell’assemblea abruzzese, è nato dalla campagna “Liberi Subito” promossa dell’associazione Luca Coscioni.
Non passa quindi la proposta di fare dell’Abruzzo la seconda Regione dopo la Toscana a varare il progetto di legge su “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito”. La maggioranza di centrodestra, guidata dai presidenti della Giunta Marco Marsilio (FdI) e del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri (FI), ha fatto peraltro valere l’idea che, in ogni caso, la norma, una volta adottata, sarebbe stata impugnata dal governo, al pari della Toscana. La proposta di iniziativa popolare era stata iscritta all’ordine del giorno con “procedura d’urgenza”, secondo quanto previsto dalla legge regionale che detta, per la Regione Abruzzo, le regole sul referendum abrogativo, consultivo e, appunto, l’iniziativa legislativa. Il testo, infatti, era arrivato in Consiglio per la prima volta il 26 giugno 2024, ma in quell’occasione non si arrivò al voto. Da quella data sono scattati i 12 mesi concessi dalla normativa regionale per la pronuncia definitiva dell’Aula sul progetto di legge. Nei giorni scorsi si è registrato l’appello al voto con una lettera aperta alla politica abruzzese e ai cittadini da parte di Riccardo Ververi, coordinatore della campagna “Liberi Subito”, che ha ricordato il percorso iniziato due anni fa, che ha visto per la prima volta, come detto, utilizzare lo strumento della legge d’iniziativa popolare abruzzese.
«Una brutta pagina per il Consiglio Regionale d’Abruzzo e per la politica tutta», sostiene il Pd. La proposta era partita con la sottoscrizione di 8.119 firme. «Un’occasione persa», per i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle.