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 2025  giugno 19 Giovedì calendario

La gigantesca insegna di Twitter fatta esplodere nel mezzo del deserto del Nevada

Quando è stata tirata giù, dall’edificio di San Francisco dove si trovavano gli uffici di Twitter, era stata sostituita da una gigantesca X, su volere del nuovo proprietario Elon Musk. Così come l’insegna, era cambiato anche il nome dell’azienda: da Twitter a X, appunto. Una sostituzione tanto simbolica quanto carica di significato. In questi anni la piattaforma di messaggistica si è trasformata, ammettendo contenuti che una volta erano esclusi perché fuorvianti, divisivi, violenti. Quell’uccellino blu che, attraverso di noi, «cinguettava» a colpi di 140 caratteri, è finito bruciato nel bel mezzo del deserto del Nevada. 
Alta oltre 3,5 metri e pesante quasi 160 chilogrammi, l’insegna di «Larry» – così veniva chiamato l’uccellino blu di Twitter dai dipendenti – è stata venduta all’asta per 34mila dollari alla startup Ditchit, che offre un servizio di compravendita tra privati da circa un anno. «Larry» era un pezzo di storia troppo prezioso – in termini di marketing – per lasciarselo scappare. La sua fine, in fiamme, è stata ovviamente immortalata e pubblicata in un video su YouTube: «Elon Musk ha ribattezzato Twitter in X per sostenere la libera espressione. Stiamo facendo lo stesso per i mercati locali» raccontano mentre l’uccellino perisce nel deserto del Nevada. Insomma, la loro idea è molto più innovativa rispetto a quelle oggi più utilizzate, Marketplace di Facebook o l’americana OfferUp, proprio come l’ambizione della nuova X ha giustamente sostituito l’antica piattaforma Twitter. E che il suo simbolo, l’uccellino blu, riposi in pace.
In realtà, ha raccontato la startup a Engadget, l’acquisizione dell’insegna era stata decisa per pura «nostalgia. In ufficio siamo tutti appassionati di tecnologia e abbiamo pensato che sarebbe stato bello possedere un pezzo di storia». Ma la tentazione di farsi un po’ di pubblicità era evidentemente irresistibile, quindi all’investimento per vincere l’asta si è aggiunto quello del trasporto dalla California al deserto del Nevada, quello per l’esplosione scenografica in un’area dedicata, dove i visitatori possono anche sparare con le mitragliatrici, e quello per le riprese del video.
Oltre al ritorno in immagine, la startup coglie anche l’occasione di trasformare la morte dell’uccellino di Twitter in un «ritorno» alla comunità. I frammenti di «Larry» saranno venduti all’asta direttamente sull’app Ditchit e i ricavi saranno donati al Center for American Entrepreneurship, una no profit che aiuta le nuove startup