repubblica.it, 19 giugno 2025
Chiara Ferragni e Safilo si fanno causa a vicenda. Gli effetti del Pandoro gate
Si apre una battaglia legale intorno alla Fenice di Chiara Ferragni. Secondo quanto ricostruito da Radiocor, il socio dissidente Pasquale Morgese, che dopo il recente aumento di capitale si è diluito allo 0,2%, ha impugnato nei giorni scorsi davanti al tribunale di Milano le decisioni approvate dall’ultima assemblea, chiedendo di invalidare tutto. L’assise si era tenuta il 10 marzo, aveva approvato il bilancio del 2023, chiuso con perdite di 6,9 milioni, ma con il voto contrario di Morgese e aveva anche deliberato l’aumento di capitale da 6,4 milioni che ha portato Ferragni al 99,8% dell’azionariato.
Secondo quel che scrivono i legali di Morgese nell’atto di citazione, “in spregio ai principi di corretta redazione dei bilanci, sarebbe stata generata una perdita fittizia o quantomeno eccessiva, soltanto per poter registrare la (apparente) totale erosione del capitale sociale, deliberare il suo azzeramento e la successiva onerosa e illegittima ricostituzione tramite la ricapitalizzazione di Fenice.
La tesi di fondo è che il conto economico sia stato redatto “in modo non imparziale ma (strumentalmente) idoneo a indurre i soci in errore, omettendo la contabilizzazione di poste attive e, al contempo, facendo ricorso con eccessiva disinvoltura all’appostazione di elementi negativi, rappresentando una situazione della società differente ed esponenzialmente peggiore rispetto a quella reale”.
Nel passaggio con il quale i legali di Morgese contestano l’ammontare, a loro dire eccessivo, del fondo rischi, emergono anche i potenziali contenziosi che a febbraio scorso ancora gravavano sulla Fenice (elenco fornito ai soci nel corso dell’ultima assemblea). Ne emerge uno in particolare con la società quotata Safilo. Quest’ultima risulta avere avviato in tribunale contro Fenice una causa di risarcimento danni da 5,9 milioni, dopo che il gruppo dell’occhialeria aveva deciso la rescissione dell’accordo di licenza con l’influencer a dicembre 2023 a seguito dello scandalo del “Pandoro gate”. Mossa in seguito alla quale la stessa Fenice, respingendo la legittimità del recesso, ha chiesto a sua volta 3,65 milioni a Safilo per “importi dovuti”. Se Fenice dovesse soccombere, un eventuale esborso milionario potrebbe avere un impatto di rilievo alla luce dei suoi numeri e delle attuali difficoltà a trovare il modello di business adatto. La società di Ferragni stima come “possibile se non anche probabile l’esistenza di un rischio di soccombenza di circa 1,8 milioni”.
Da segnalare, inoltre, il procedimento di mediazione con la veneta Swinger international, licenziataria della linea di abbigliamento, che vorrebbe un risarcimento “per asseriti danni di immagine e di fatturato”, il recesso della casa farmaceutica Angelini dal contratto di licenza per la linea di profumi, oltre a quello rinegoziato con il partner della linea bambino, Monnalisa spa (che poi ne ha chiesto comunque la risoluzione anticipata più il rimborso).
Intanto si guarda alla prossima settimana, quando una nuova assemblea di Fenice, fissata il 26 giugno per l’approvazione del bilancio del 2024, potrebbe fare da teatro a un nuovo scontro tra i due soci Ferragni e Morgese.