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 2025  giugno 19 Giovedì calendario

La Cina e le corse allo spazio: la Luna, Marte e la “supremazia orbitale” che passa per migliaia di satelliti

La Repubblica Popolare Cinese ha recentemente lanciato in orbita i primi satelliti che andranno a comporre la “Three Body Computing Constellation”, un supercomputer dotato di intelligenza artificiale e composto da oltre 2.800 satelliti, in grado di elaborare i dati direttamente nello spazio. “Riuscire ad elaborare i dati in orbita tramite l’intelligenza artificiale sarebbe uno sviluppo importante – spiega Camilla Colombo, professoressa del Dipartimento di Scienza e Tecnologia Aerospaziale del Politecnico di Milano – la trasmissione a terra dei dati raccolti dai satelliti infatti costa e pesa parecchio, soprattutto quando si tratta di missioni relative all’osservazione terrestre”.
L’inizio della costruzione di questo supercomputer orbitale tuttavia rappresenta solo l’ultimo degli importanti progressi compiuti dal programma spaziale cinese nel corso degli ultimi anni, che hanno visto la Cina impegnare risorse significative nel contestare la supremazia americana in quella che viene spesso descritta come una nuova “corsa allo spazio”. In realtà si potrebbe dire che “le corse allo spazio” siano due. La prima vede la Cina e gli Usa impegnati a portare nuovamente la presenza umana sulla Luna, stabilendo basi e sviluppando tecnologie in grado di aprire la strada per Marte. La seconda invece consiste nel lancio nell’orbita terrestre di costellazioni satellitari, composte da migliaia di elementi, che hanno un impatto significativo ed immediato sia sulla tecnologia ad uso civile che sulle capacità militari delle rispettive nazioni.
Per perseguire questi obiettivi Xi Jinping ha riorganizzato il programma spaziale cinese. In particolare ha dato priorità ai progetti statali e militari, fondando la Forza Aerospaziale dell’esercito popolare di liberazione (EPL), ma incentivando allo stesso tempo la partecipazione di aziende spaziali private, chiaramente sotto stretto controllo governativo. Ad esempio la mega costellazione satellitare Qianfan, che diventerà operativa entro la fine del 2025 per fornire un servizio internet alternativo a Starlink, è gestita da privati.
Passi importanti nella “corsa alla Luna” sono stati compiuti nel 2021 con il lancio della stazione spaziale cinese Tiangong, l’unica attualmente in orbita oltre alla stazione spaziale internazionale, e con il lancio delle sonde Chang’e (attualmente è in corso la sesta missione), usate per recuperare e analizzare campioni di suolo lunare. La Cina ha inoltre lanciato nel 2020 la missione Tianwen 1 verso Marte, diventando la prima nazione dopo gli Usa a far atterrare un rover sul pianeta rosso, e ne ha in programma un’altra per il 2028 (Tianwen 3) dichiarando di voler aprire il progetto alla cooperazione internazionale. In realtà, a parte il loro valore scientifico, dal punto di vista politico gli obiettivi della corsa a Marte e alla Luna hanno un valore essenzialmente simbolico e propagandistico, e non prevedono un ritorno in termini economici o di risorse, se non nel lunghissimo termine. I progressi cinesi in questo campo mettono comunque in discussione la supremazia americana, che potrebbe non riuscire a garantire al proprio programma spaziale la stessa stabilità del programma cinese.
“Il programma spaziale americano è ancora molto avanti, e la Cina non ha ancora avuto un ‘momento Sputnik’ – ha dichiarato Axel Berkofsky, co-direttore dell’Asia Center per l’Ispi e professore di Politica e Relazioni Internazionali all’Università degli Studi di Pavia– ma mentre l’ultima amministrazione Usa pianifica di tagliare i fondi, la Cina ha un piano per fare progressi”. La corsa alla “supremazia orbitale” invece ha risvolti molto più immediati e concreti, anche in campo militare. Oltre alle costellazioni satellitari, che hanno funzioni sia civili che di supporto militare (le già citate Quianfan e “Three Body Computing Constellation”, oltre al sistema gps Beidou), la Repubblica Popolare fa affidamento su un sistema di missili antisatellite ad ascesa diretta, descritto da Weixing Hu e You Ji sulla rivista Limes (04/2025). Questo sistema antisatellite è in sviluppo dal 2007 e viene considerato il perno della strategia di deterrenza cinese per evitare l’eventualità di conflitti aperti con l’esercito americano che, come quello cinese, dipende fortemente dal vantaggio tecnologico garantito dai propri satelliti.
Proprio il continuo lancio di costellazioni satellitari, da parte di nazioni e privati, rischia di creare un sovraffollamento orbitale di satelliti e detriti. “Siamo passati in pochi anni da circa 4000 satelliti attivi in orbita a 12.000 – spiega ancora la professoressa Colombo – A questi si vanno ad aggiungere decine di migliaia di detriti di grandi dimensioni (resti di missioni spaziali e satelliti non operativi) e più di 141 milioni, secondo le nostre stime, di detriti grandi da 1 mm a 10 cm. È importante tener conto di questi oggetti, pur microscopici, perché viaggiano a velocità orbitale. Sono dei veri e propri proiettili nello spazio, e una collisione può causare un grande danno a una missione spaziale”. Questo fenomeno peggiorerebbe significativamente in caso di conflitti in orbita, o anche solo di azioni di sabotaggio, tra Cina e Usa e in futuro potrebbe rappresentare un ostacolo per i programmi spaziali delle diverse nazioni.