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 2025  giugno 19 Giovedì calendario

Mare caldo come ad agosto E negli oceani è già allarme

È ancora troppo spesso sottovalutato, ma il mare che si surriscalda non è certo una bella notizia. Per due motivi: per il suo ecosistema, sempre più in bilico e per la sopravvivenza dell’uomo, sempre più vittima di fenomeni meteo estremi. Siamo a metà giugno ma il Mediterraneo è già caldo come nel mese di agosto, 4 gradi più caldo rispetto alla media mensile.

Il fenomeno si chiama Marine Heatwave (Mhw), un’ondata di calore marina conseguenza del cambiamento climatico. «La temperatura dell’acqua, nel settore compreso tra la Sardegna e le Baleari, supera di ben 4 gradi il valore climatologico – spiega Lorenzo Tedici, meteorologo – Questo comporta che, innanzitutto, il calore anomalo del Mare Nostrum causerà un ulteriore rinforzo della fase bollente prevista fino e, in seguito, potrebbe essere causa di forti temporali proprio tra Mar Tirreno e Mediterraneo occidentale».
«Non è la prima ondata di calore marina dell’anno – ricorda Tedici –. Già verso il 20 maggio, intorno alle Isole Britanniche, l’anticiclone delle Azzorre ha scaldato il mare in modo significativo. Poi è toccato al mare di Alboran e, in generale, a tutto il Mediterraneo occidentale. E ora che l’anticiclone africano sta arroventando anche buona parte dell’Italia, pure le temperature delle acque sono aumentate». Secondo Bernardo Gozzini, di-rettore del Consorzio Lamma-Cnr, la temperatura del Mediterraneo in questo periodo dovrebbe essere di 19-20 gradi, e non 23-24 come è al momento. «Sono temperature tipiche di agosto – spiega – e il riscaldamento non riguarda solo la parte superficiale del bacino, ma anche le acque più profonde. Anche il rimescolamento delle acque provocato dai venti e dal moto ondoso in primavera, non è stato sufficiente al raffreddamento perché l’acqua si è riscaldata a tutte le profondità». Che l’acqua del Mediterraneo, conclude il direttore del Consorzio Lamma-Cnr, «si sia riscaldata lo conferma anche la migrazione dei pesci verso più basse profondità, come hanno evidenziato gli stessi pescatori». Ma anche l’in-troduzione di specie aliene.
Marta Marcos, docente di fisica dell’Università delle Isole Baleari in Spagna, ha pubblicato uno studio su Proceedings of the National Academy of Sciences sul cambiamento climatico responsabile delle principali ondate di calore marine negli ultimi decenni. Il Mediterraneo, in particolare, si è riscaldato da tre a cinque volte più velocemente dell’oceano in generale.
Ma non è solo il Mediterraneo a soffrire per il troppo caldo. I pescatori britannici stanno registrando un aumento record delle catture di polpi nella Manica, fino a 240 volte in più rispetto allo stesso periodo del 2024.
Ma anche l’Oceano è in allarme. Il team di studiosi dell’Ocean Reporting Network del Pulitzer Center di Washington ha pubblicato uno studio su quello che è stato chiamato “The Blob” ovvero una grande massa d’acqua calda anomala che ha interessato l’oceano Pacifico nord-orientale tra il 2014 e il 2016. Ha causato un aumento significativo della temperatura dell’acqua, con impatti negativi sugli ecosistemi marini: l’ondata ha ridotto i nutrienti presenti nelle sue acque. La diminuzione di fitoplancton e zooplancton, che sono alla base della catena alimentare marina ha causato di conseguenza una riduzione della popolazione ittica. I ricercatori hanno poi verificato che gli effetti di una così grave ondata di calore marino potrebbero durare più a lungo e proseguire anche dopo che l’evento stesso è passato.
Secondo Happywhale, un database australiano contenente foto di decine di migliaia di mammiferi marini inviate da ricercatori e osservatori di balene di tutto il mondo. L’anno scorso, secondo una stima di Happywhale la popolazione di megattere nel Pacifico settentrionale è diminuita del 20% dal 2012 al 2021, attribuendo il calo alla perdita di cibo come il krill durante e dopo il Blob. Con «una stima di 7.000 balene scomparse e e non comparse da nessun’altra parte».