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 2025  giugno 18 Mercoledì calendario

Benzina e riscaldamento, la tassa Ue della discordia. No di Lega, M5S e Renzi

Partiamo dall’inizio. Nel 2023, quando l’Europa ancora tifava per il Green Deal, è stata approvata dall’Ue – Stati e Parlamento – una tassa sul riscaldamento delle case, sui carburanti per i trasporti su strada e sulla piccola industria, che entrerà in vigore nel 2027, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2.
Si chiama Ets2 perché si aggiunge all’attuale sistema Ets applicato all’industria pesante e al settore energetico: entrambi si basano su quote di emissione vendute all’asta. Nell’Ets2 saranno i fornitori di carburante e non le famiglie o gli automobilisti, a dover monitorare e comunicare le proprie emissioni. L’obiettivo è ridurrle del 42% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Secondo BloombergNEF, riferisce il Financial Times, la misura potrebbe generare entrate pubbliche fino a 705 miliardi di euro tra il 2027 e il 2035 (oltre a far aumentare la bolletta del riscaldamento domestico fino al 41%).
L’Ets2 fa parte dell’elenco di risorse proprie, concordato dagli Stati membri, con cui alimentare il nuovo bilancio Ue 2028-2034 che dovrà anche iniziare a ripagare Next Generation Eu (30 miliardi l’anno dal 2028). Nella Commissione, che presenterà l’architettura del nuovo budget Ue il 16 luglio, ci sono dubbi sull’opportunità di usare l’Ets2. Secondo il Financial Times «l’idea sta incontrando una forte opposizione da parte di fazioni all’interno della Commissione e degli Stati membri, che temono che possa alimentare il risentimento verso l’Ue e fare il gioco dei politici di destra scettici sul clima». Una fonte Ue ha confermato al Corriere che «in alcuni Paesi Ue, eurodeputati e anche tra alcuni membri della Commissione sta crescendo la sensazione che potrebbe diventare un facile bersaglio per i populisti che userebbero lo slogan: “Tutti i cittadini dell’Ue devono pagare di più per il riscaldamento o la benzina per finanziare Bruxelles”». Lo sforzo ora, prosegue la fonte Ue, è «cercare di trovare un modo affinché l’attuazione dell’Ets2 non vada a scapito dei più poveri». Diversi Paesi Ue hanno chiesto di rinviare l’entrata in vigore dell’Ets2 tra cui la Polonia, mentre Francia e Slovacchia non hanno ancora recepito la direttiva nel loro ordinamento.
Intanto in Italia è scoppiata la polemica sull’Ets2 che graverà su famiglie e piccole imprese. Per la Lega «è una follia che va fermata», secondo il M5S è «una tassa inaccettabile» e per leader di Italia Viva Renzi «un’idea folle».