repubblica.it, 18 giugno 2025
Londra, la Camera dei Comuni depenalizza per le donne l’aborto oltre la 24esima settimana
Voto storico ieri alla Camera dei Comuni di Londra. L’aborto è stato depenalizzato per tutte le donne di Inghilterra e Galles dopo 24 settimane di gravidanza. Il Parlamento di Westminster ha votato a grande maggioranza l’emendamento di una deputata laburista di origine italiana, Tonia Antoniazzi, con 379 deputati a favore e 137 contro. “Queste donne hanno bisogno di aiuto e sostegno”, ha detto la parlamentare di madre gallese e padre italiano, “mentre la legge che abbiamo sull’aborto è retrograda: risale all’era vittoriana e venne votata in un’aula di soli deputati uomini”.
Antoniazzi ha fatto l’esempio di una donna, Nicola Parker, arrestata in ospedale dalla polizia nel 2020, nel pieno della pandemia Covid, dopo aver abortito in casa con alcuni farmaci assunti alla 26esima settimana di gravidanza. Parker si difese in tribunale sostenendo di non pensare di essere incinta da più di 10 settimane, e alla fine è stata assolta lo scorso maggio. Ma il processo è arrivato dopo addirittura quattro anni di indagini degli inquirenti, come ricorda la Bbc. Un calvario giudiziario inaccettabile per Antoniazzi e gli oltre trecento deputati d’accordo con lei (il Labour partito di governo ha lasciato libertà di coscienza).
L’emendamento di Antoniazzi, selezionato dallo speaker della Camera Lindsay Hoyle perché in genere solo l’esecutivo può proporre disegni di legge da mettere ai voti, ora dovrà passare attraverso le varie Commissioni parlamentari e i Lord. Se dovesse essere approvato, soltanto le donne eviterebbero l’incriminazione e il possibile carcere per un aborto dopo le 24 settimane, in teoria anche fino all’ultimo giorno prima del parto. Mentre rimarrà un grave reato per tutti i medici, operatori sanitari e chiunque abbia un ruolo attivo nell’interruzione di gravidanza. Che, dopo le 24 settimane, resta permessa solo in caso di pericolo di vita per la madre. In pratica, le novità dell’emendamento Antoniazzi riguarderanno l’1% dei casi di aborti annuali in Inghilterra e Galles, secondo le statistiche.
Cassato dallo speaker, invece, un emendamento più radicale dell’altra deputata laburista Stella Creasy, che proponeva di abolire in toto l’impianto della legge vittoriana del 1861 che ancora oggi sussiste parzialmente, e dichiarare contestualmente l’aborto un diritto umano. In ogni caso, sono soddisfatte le associazioni “pro-choice” e anche il Royal College of Obstetricians and Gynaecologists: “Una vittoria per tutte le donne e i diritti riproduttivi”. Mentre protestano le associazioni anti-aborto, come la Society for the Protection of Unborn Children: “Una decisione orrenda, che permette alle donne di abortire fino all’ultimo momento”.