repubblica.it, 18 giugno 2025
Addio American dream: per la prima volta cala il numero di migranti che scelgono gli Stati Uniti
Per la prima volta in cinquant’anni gli Stati Uniti vedranno più persone lasciare il Paese di quante entreranno per viverci. Il saldo negativo potrebbe essere di -650 mila nel 2025 e di -120 mila nel 2026. La previsione emerge da una ricerca condotta da Wendy Edelberg e Tara Watson, del Brookings Institute, un think tank di centrosinistra, e Stan Veuger di Aei, l’American Enterprise Institute for Public Policy, uno dei think tank conservatori più importanti negli Stati Uniti. Questo cambiamento è attribuito alle politiche migratorie più restrittive adottate dall’amministrazione Trump.
Otre all’aumento delle deportazioni e alla riduzione delle protezioni per gli studenti stranieri e i rifugiati, anche il clima di chiusura verso gli stranieri può influire e spingere le persone ad andarsene.Il saldo migratorio negativo, se confermato, rappresenterà un cambiamento storico in un Paese considerato per decenni l’approdo ideale di milioni di persone arrivate da tutto il mondo. È il lento declino dell’American Dream e di un Paese che non vuole fare più da guida ma chiudersi in sé stesso. Il calo avrà anche un effetto sul prodotto interno lordo per il 2025 con un -0,2 per cento dovuto al minor aumento dell’occupazione e il -0,1 nei consumi.
Un saldo negativo di migliaia di migranti potrebbe ridurre la crescita dell’occupazione fino a 100 mila posti in meno al mese. La minore offerta di lavoro può contribuire a un rallentamento della riproduzione e al rialzo dell’inflazione. Questi dati si aggiungono a quelli diffusi dal dipartimento del Lavoro americano, secondo il quale la forza lavoro straniera è diminuita di oltre un milione da marzo.
Sotto l’amministrazione di George W. Bush il picco di lavoratori stranieri si era registrato nel 2005, quando gli ingressi erano stati quasi due milioni. Poi c’era stato un crollo legato alla Grande recessione del 2008, con lo scoppio della bolla speculativa. Il trend positivo era ripreso con Barack Obama, per calare con Donald Trump nel 2019, prima della pandemia. Sotto Joe Biden, la migrazione aveva superato, nel 2023 e nel 2024, i tre milioni, fino a rappresentare il 19 per cento del totale degli impiegati negli Stati Uniti.
L’aumento nel 2024 era stato di oltre cinque punti rispetto alla percentuale del 13-14 di forza lavoro straniera rispetto a quella interna, registrato nel 2000. Le dimensioni dell’esodo, spiegano i ricercatori, dipendono dal tipo di restrizioni: agli espatriati e ai deportati dovranno essere aggiunti coloro che erano entrati legalmente con Biden e hanno perso il loro status.