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 2025  giugno 18 Mercoledì calendario

Iveco, Cingolani rilancia: «Il prezzo sarà giusto»

«Penso che Iveco Defence debba restare italiana». Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine del Salone internazionale dell’aerospazio a Parigi-Le Bourget. Rispondendo a una domanda sul futuro della unit business della difesa di Iveco, sul quale si appunta l’interesse della joint venture italo-tedesca composta da Leonardo e Rheinmetall.
IL CONSOLIDAMENTO
Crosetto ha spiegato: «C’è un consolidamento del settore molto importante: non so cosa ne pensano gli azionisti di Iveco Defence». Come detto, secondo il titolare del dicastero della Difesa, l’azienda deve «restare italiana, perché è parte importante della nostra industria e della nostra capacità industriale».
A maggio Iveco, controllata dalla cassaforte degli Elkann-Agnelli- Exor, ha comunicato di attendere e valutare «manifestazioni preliminari di interesse da parte di potenziali acquirenti strategici» per Iveco Defence Vehicles (Idv), con sede a Bolzano, specializzata nella produzione di mezzi blindati: lo spin-off dovrebbe essere concluso entro l’anno. Gli ultimi rumors danno la trattativa per la vendita della società alla joint venture italo-tedesca Leonardo-Rheinmetall in fase avanzata: l’operazione potrebbe concludersi per una cifra vicina a 1,5 miliardi.
Sul tema è intervenuto, sempre da Parigi, anche l’ad di Leonardo, Roberto Cingolani: per Iveco Defence «la nostra intenzione è quella di un’offerta “fair": non facciamo operazioni finanziarie, quindi il costo deve essere quello giusto. Leonardo e Rheinmetall stanno sviluppando insieme un programma per la difesa terrestre», per carri armati e blindati, e industrialmente acquisire Iveco Defence Vehicles «può contribuire all’aumento di capacità produttiva di cui abbiamo bisogno».
Crosetto si è anche soffermato sulla possibilità che la joint venture italo-tedesca possa essere aperta ad altri Paesi come la Spagna: «Penso che occorra una maggiore integrazione europea di tutte le capacità industriali della difesa, per cui ben venga la cooperazione con Francia, Germania e Spagna come l’abbiamo nel settore missilistico e anche in altri settori. Come costruirla è una cosa più complessa perché non è una scelta politica ma una scelta che passa attraverso scelte di società quotate in Borsa».
L’ACCORDO
Intanto, sempre ieri a Le Bourget, Cingolani ha reso noto che piazza Monte Grappa si appresta a chiudere e annunciare la creazione di «una joint venture internazionale di natura industriale» per il settore Aerostrutture di Leonardo. L’obiettivo è dar vita a «un campione» nel settore che guardi in primo luogo agli aeromobili commerciali, ma anche ad altri mercati che «non sono attualmente coperti». Per poi aggiungere: «Siamo alla fine di una lunga e intensa fase di negoziazione». Secondo alcune indiscrezini, sarebbe il fondo saudita Pif il potenziale partner in questa operazione: nei mesi scorsi, le due realtà hanno stretto un patto di riservatezza per l’ingresso nel business delle Aerostrutture che produce componentistica per i costruttori di aeromobili. Sempre entro luglio, Cingolani attendere di avere «un sì o un no» nel confronto con Airbus e Thales sul progetto di joint venture nei comparti dei satelliti e dello spazio. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, anche lui ieri a Parigi, ha fatto sapere che tra Italia e Francia, «siamo sulla strada giusta».