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 2025  giugno 18 Mercoledì calendario

Europa, cresce la crisi dei senza tetto: oltre 1,2 milioni non hanno una casa

In Europa oltre 1,2 milioni di persone non ha una dimora. Secondo l’ultimo rapporto della Federazione europea delle organizzazioni che si occupano di senzatetto (FEANTSA), solo nel 2024 è aumentato del 43%. A fronte di dati così allarmanti, gli interventi dei governi rimangono frammentari, spesso emergenziali e raramente strutturali.
Se da un lato alcuni Paesi, come la Finlandia e più recentemente l’Austria, hanno scelto di puntare su strategie di lungo periodo per garantire il diritto all’abitare, in molte altre nazioni europee il fenomeno continua a essere affrontato in modo episodico. Ne è un esempio l’Italia, dove ancora manca un piano nazionale, o la Grecia, dove mancano persino registri ufficiali sulla popolazione senza dimora. Anche in Spagna, le immagini dei senzatetto accampati nell’aeroporto di Madrid-Barajas sono diventate il simbolo di una crisi affrontata con soluzioni temporanee e una gestione confusa tra i diversi livelli istituzionali.
Dietro i numeri ci sono volti e soprattutto fragilità sociali: precarietà lavorativa, affitti inaccessibili, disabilità, migrazioni, traumi. Una crisi, quella dei senzatetto in Europa, che non riguarda più solo i “margini” delle città, ma che si manifesta sempre più nei loro luoghi simbolo: piazze, stazioni e aeroporti.
Austria: Vienna, l’emergenza sotto i riflettori
A Vienna, il fenomeno si è concentrato in particolare sulla celebre Mariahilfer Straße, via dello shopping simbolo della capitale. Nel 2023, una serie di omicidi di senzatetto perpetrati da un giovane di 17 anni ha spinto molte persone senza dimora a concentrarsi proprio in quell’area, più vicina a centri di emergenza e servizi di assistenza. Secondo Statistics Austria, nel 2023 oltre 20mila persone risultavano senza casa in Austria, metà delle quali proprio a Vienna.
Tra le cause dell’aumento anche il flusso migratorio dai Paesi limitrofi, in particolare dall’Ungheria, dove le condizioni per i senzatetto sono spesso inaccettabili. Il consigliere comunale viennese per gli affari sociali, Peter Hacker, ha esplicitamente criticato il governo ungherese per non prendersi carico dei propri cittadini vulnerabili.
L’Austria ha tuttavia avviato un ambizioso progetto ispirato al modello finlandese “Housing First”, con l’obiettivo di offrire alloggi permanenti a 2.500 persone entro il 2026. Già dal 2021, grazie a un progetto pilota, sono stati assegnati 945 appartamenti a più di 1.800 senzatetto, con un investimento previsto di 20 milioni di euro. Per la prima volta, nel 2023, il contrasto al fenomeno è stato inserito nella legislazione nazionale, garantendo finanziamenti continuativi. Tuttavia, secondo le associazioni come Neunerhaus, il problema resta aggravato da inflazione e crisi economica.
Italia: il paradosso dell’invisibilità
Se in Austria il censimento è accurato, in Italia regna la frammentarietà. L’ultimo censimento ufficiale ISTAT risale al 2014, con aggiornamenti parziali nel 2021. Le stime più aggiornate parlano di oltre 120mila persone senza casa, concentrate nelle grandi città. Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna sono i principali centri del disagio.
A Roma, Termini è diventata un rifugio per centinaia di senzatetto, spesso assistiti da Caritas. Milano ha ampliato recentemente i dormitori, ma le richieste superano ancora l’offerta, soprattutto d’inverno. Anche uno dei principali aeroporti del Paese, Fiumicino, si è trasformato in rifugio per decine di persone, una situazione che richiama quella di Barajas a Madrid.
Il nodo centrale resta il cronico deficit di edilizia popolare: solo il 4% del patrimonio abitativo è destinato all’housing sociale, uno dei dati peggiori in Europa. Il problema si aggrava per chi non possiede una residenza ufficiale: senza certificato di domicilio si viene esclusi da welfare, assistenza sanitaria e sussidi.
Non esiste ancora una strategia nazionale coordinata: le politiche vengono lasciate ai singoli comuni, creando disparità territoriali enormi. La precarietà lavorativa e il rialzo degli affitti completano il quadro di una crisi latente e ancora largamente sottovalutata.
Grecia: l’ombra del fallimento istituzionale
Ad Atene, i senzatetto vivono in rifugi improvvisati, o scompaiono all’alba dalle vie centrali per evitare controlli. Syntagma, proprio davanti al Parlamento, è diventato simbolo di questa invisibilità forzata.
Il “Multipurpose Homeless Centre”, inaugurato nel 2020, avrebbe dovuto essere una soluzione. Invece, si è trasformato in un caso di cattiva gestione denunciato dall’Ombudsman greco: infestazioni di insetti, carenza di personale, condizioni sanitarie inaccettabili. Chi riesce ad ottenere un posto può restare per sei mesi al massimo. Ma per molti l’accesso è reso impossibile da una burocrazia farraginosa.
La Grecia non dispone di un registro ufficiale dei senzatetto. Le stime FEANTSA parlano di circa 44mila persone in stato di grave disagio abitativo. Nonostante i fondi europei e programmi pilota come “Social Housing for the Most Vulnerable Groups”, l’assenza di una strategia organica rende l’intervento inefficace.
Secondo Eurostat, il 26,1% dei greci è a rischio povertà o esclusione sociale, con alti tassi di povertà lavorativa e difficoltà economiche specialmente per migranti e persone con disabilità. Gli esperti, tra cui il professor Nikos Kourachanis dell’Università Panteion, ribadiscono l’urgenza di passare da politiche emergenziali a un sistema strutturato che leghi il diritto all’abitare a interventi di inclusione lavorativa e sociale.
Spagna: Barajas come simbolo di fallimento
Anche in Spagna il fenomeno si fa sempre più visibile. A Madrid, l’aeroporto di Barajas ha attirato l’attenzione internazionale: da 177 persone senza tetto nel 2023 si è passati a oltre 400 nel 2025. La gestione dell’emergenza si è trasformata in uno scontro politico tra Aena (l’ente aeroportuale), il Comune e la Comunità di Madrid. Ma come denunciano le associazioni, il vero problema è strutturale: carenza di politiche abitative e aumento vertiginoso dei prezzi degli affitti.
L’ultimo rapporto FEANTSA sottolinea che, a livello europeo, la strategia “Housing First” adottata in Finlandia è l’unica ad aver dato risultati tangibili. Anche in Austria si stanno facendo passi concreti, mentre Italia, Grecia e Spagna sembrano ancora prigioniere di approcci emergenziali e frammentati.
Il fenomeno non riguarda più solo i “margini”, ma si manifesta proprio nei luoghi simbolo della vita urbana: stazioni ferroviarie, aeroporti, piazze centrali. Il rischio è che finché l’abitare non sarà considerato un diritto universale e non subordinato a reddito, cittadinanza o occupazione stabile, l’Europa continuerà a mostrare il volto di un fallimento sociale proprio nelle sue vetrine più prestigiose.