Avvenire, 18 giugno 2025
Assegnato oltre un miliardo di euro di fondi dell’8xmille
Era l’adempimento che l’Assemblea generale dei vescovi italiani era chiamato ad affrontare e votare: la ripartizione e l’assegnazione delle somme derivanti dall’8xmille dell’Irpef per l’anno 2025. A questo meccanismo accedono, assieme allo stesso Stato italiano, anche altre confessioni religiose, oltre alla Chiesa cattolica, che firmò un accordo con lo Stato italiano. L’8xmille è assegnato alle diverse realtà in base alle firme raccolte in fase di presentazione della dichiarazione dei redditi. Il comunicato della Cei sottolinea che la cifra è stata assegnata in base alle dichiarazioni dell’anno 2022 (sui redditi 2021) e che in quella occasione il 69,51% dei contribuenti ha indicato la Chiesa cattolica (con un lieve calo dello 0,83% rispetto all’anno precedente. Però, quest’ultimo dato nel 2021 per le firme in favore della Chiesa cattolica aveva registrato un calo dell’1,4%. Quindi in un anno- dal 2021 al 2022 – la diminuzione ha rallentato di oltre mezzo punto percentuale). Secondo quanto riferito dal comunicato ufficiale della Conferenza episcopale italiana, alla Chiesa cattolica per il 2025 è stata assegnata la somma di 1.014.987.405,48 euro «determinati da euro 1.053.268.335,86 a titolo di anticipo per l’anno in corso, ed un conguaglio sulle somme riferite all’anno 2022 di -38.280.930,38 euro». Rispetto allo scorso anno la somma assegnata alla Chiesa cattolica risulta in aumento: nel 2024 erano a disposizione euro 910.266.483,20. Nel 2020 la quota per la Chiesa cattolica era stata di 1 miliardo e 139 milioni di euro. Il Consiglio permanente della Conferenza episcopale ha presentato all’Assemblea generale dei vescovi un piano di ripartizione dei fondi nelle tre grandi aree: esigenze di culto e pastorale; interventi caritativi; sostentamento del clero. L’80ª Assemblea generale dei vescovi italiani, riunita ieri mattina per la prima udienza con il nuovo Pontefice, Leone XIV, ha in un secondo momento approvato la proposta di ripartizione dei fondi per il 2025.
Al grande capitolo denominato “Esigenze di culto e pastorale”, sono stati attribuiti 350.987.000 euro (con un incremento di quasi 105 milioni di euro). Al suo interno questo capitolo si suddivide in altre cinque voci. Per le esigente di culto e pastorale delle diocesi italiane sono stati stanziati 101.664.000 euro (con un forte incremento rispetto allo scorso anno). Sempre a questo capitolo di spesa «è ulteriormente destinata la somma di euro 56,336 milioni prelevandola dal Fondo “a futura destinazione per le esigenze di culto e pastorale e per gli interventi caritativi” costituito dalla 51ª Assemblea Generale» spiega la nota della Cei. Resta invariato il fondo per l’edilizia di culto con 129 milioni (104 milioni per l’edilizia esistente e nuova edilizia, e 25 milioni per la tutela dei beni culturali ecclesiastici). In aumento il fondo per la catechesi e l’educazione cristiana con 60 milioni (contro i 40 dello scorso anno). Ai Tribunali ecclesiastici regionali vanno 13 milioni, mentre 47.323.000 euro sono per le esigenze di rilievo nazionale.
Il secondo grande capitolo della ripartizione riguarda gli “Interventi caritativi” a cui complessivamente sono attribuiti 280 milioni di euro. Tre le voci previste: alle diocesi per la carità andranno 150 milioni di euro (come lo scorso anno); allo sviluppo dei popoli sono stati assegnati 80 milioni di euro (come lo scorso anno), mentre alle esigenze di rilievo nazionale sono stati assegnati 50 milioni di euro (cinque in più rispetto alla ripartizione del 2024). Ultimo grande capitolo è quello relativo al “Sostentamento del clero”, che nella ripartizione votata ieri dall’Assemblea generale dei vescovi italiani ha ottenuto l’assegnazione di 384 milioni di euro (cinque in meno rispetto allo scorso anno).