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 2025  giugno 18 Mercoledì calendario

Novemila persone aiutate a pagare la luce

Italiani sempre più preoccupati per il costo dell’energia (77%), e sempre più insoddisfatti della propria situazione economica proprio per la difficoltà di risparmiare rispetto al passato (60%). Inoltre l’80% teme di non riuscire a far fronte ad una spesa imprevista, in particolar modo spese energetiche, spese odontoiatriche e spese mediche in genere. Ma il dato positivo è che circa un terzo dei cittadini ha maggiore consapevolezza della povertà energetica (un dato che torna a salire dopo un periodo di stasi) e che 6 italiani su 10 sono interessati ad entrare a far parte di una comunità energetica rinnovabile. I dati della ricerca Ipsos “Gli italiani e la povertà energetica nell’attuale contesto socioeconomico”, presentata in occasione della settima plenaria del Banco dell’energia, racconta di un Paese che vive una forte incertezza economica anche per il forte impatto delle bollette di luce e gas nel bilancio familiare. Otto intervistati su dieci, poi, sono convinti che le tensioni globali abbiano un impatto sui costi energetici e il 66% aggiunge che tale impatto riguardi anche le speculazioni di mercato che ne derivano, influenzando i prezzi di petrolio ed energia anticipatamente.
Numeri che fanno da rovescio della medaglia al crescente numero di persone aiutate dal Banco dell’energia e ai progetti avviati in questi anni orientati al risparmio energetico. Dal 2021 infatti l’ente filantropico ha impegnato più di 4,3 milioni di euro e aiutato più di 9mila famiglie a sostenere le spese dell’energia o a sostituire vecchi elettrodomestici con quelli a superiore classe energetica. Finora il Banco dell’energia ha avviato 160 progetti territoriali che uniscono sostentamento ed efficientamento energetico dedicati, in molti casi, a strutture del terzo settore. Dal 2017, cioè da quando è operativo il Banco, ricorda il presidente di A2A Roberto Tasca, «ci si è impegnati in sostegno alle famiglie, formazione, Comunità energetiche rinnovabili ed efficienza energetica». In particolare sul fronte della povertà «dal 2017 abbiamo cominciato a raccogliere e sviluppare progetti per un controvalore superiore a 13 milioni di euro, aiutando oltre 17mila beneficiari». Le Comunità energetiche rinnovabili, infatti, stando alla ricerca Ipsos vengono considerate iniziative potenzialmente utili, in grado di favorire il risparmio dei consumi (63%) e capaci di prevenire e combattere la povertà energetica (49%), a patto che governi e amministrazioni locali siano i principali promotori. Ad oggi infatti circa il 9% delle famiglie italiane è in povertà energetica, un dato che sale al 10,6% se si guarda all’Europa. Dunque è «un tema di valenza europea», ecco perché Giorgio Gori, vicepresidente della Commissione Itre per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento Europeo, sottolinea la necessità di investire sulla «cultura della solidarietà e del risparmio energetico» e sull’utilizzo oculato del Fondo Ue per il clima da 86 milioni di euro. Ogni intervento delle istituzioni, ricorda infatti la ministra del Lavoro Marina Calderone, «è un sostegno necessariamente limitato, a cui va affiancata l’educazione al risparmio energetico». La povertà energetica, in realtà, non è solo «una condizione di disagio economico – ricorda inoltre il sottosegretario all’economia Sandra Savino – ma una forma di disuguaglianza che incide direttamente sulla dignità delle persone, sulla salute, sulla possibilità di vivere, lavorare e studiare in condizioni adeguate». Per questo è compito del governo, accanto a tenere in ordine i conti, aggiunge, fare in modo che «la transizione energetica non lasci indietro nessuno».
Perciò con i prezzi dell’energia che possono modificarsi velocemente, accanto al monitoraggio e a nuove azioni sul territorio, secondo Roberto Malaman, «devono essere rafforzati e pronti gli strumenti di policy. Senza queste tre gambe siamo zoppi e quando lo scenario si fa più buio inciampiamo».