Avvenire, 17 giugno 2025
Da Taranto la serie animata che insegna il riciclo ai piccoli
Quando, nel 2016, lo intervistammo per Avvenire, Nicola Sammarco, 24enne cresciuto in periferia, tra i vicoli di Taranto vecchia, era il più giovane illustratore di graphic novel della Disney, con il film di animazione “Alla ricerca di Dory”. «Vivo a Parigi – ci raccontava – ma la Città vecchia mi manca. È come un paese in mezzo al mare. Mio nonno è pescatore ed esce ancora in barca a remi. Mia nonna gli prepara le “nasse” (un antico attrezzo da pesca, ndr). Me ne ha fatta una in miniatura che porto sempre con me. Mi ricorda il mare, che guardavo appena sveglio dalla finestra. I miei nonni ancora non hanno capito bene che lavoro faccio. Il loro pallino è “il posto fisso”. Io sorrido, sognando di tornare a Taranto per creare una casa di produzione indipendente».
Oggi quel sogno è realtà, con una serie uscita da poco. La Nasse Animation Studio, di cui Sammarco è amministratore delegato, nata nel 2022, è la prima società benefit in Italia ad occuparsi di produzione e animazione cinematografica e ad aver prodotto Nicopò, a sua volta prima serie animata per bambini totalmente green, non solo nei contenuti ma anche nel processo di produzione, dato che tutti i materiali utilizzati per le location sono recuperati ed utilizzati così come sono, per evitare ulteriore spreco. Nasse Animation Studio, che ha sede in Città vecchia, oggi ha tre assunti e 40 collaboratori sparsi nel mondo, ed in questi mesi ha ospitato tirocinanti in Erasmus dalla Spagna e dal Belgio. «Nel 2020 – racconta oggi Sammarco – mi sarei dovuto trasferire a Los Angeles. Con la pandemia sono tornato a Taranto e lavorando in smartworking guadagnavo come se stessi in Usa, allora ho pensato che fosse il momento di investire nel sogno». Una strada in salita. «Non riuscivo a far capire l’idea, piaceva ma non convinceva. Ho aperto una srls e finanziato il primo trailer, speso 2 anni a cercare investitori in giro per l’Italia. Alla fine il supporto “all’americana” è arrivato proprio da un’azienda tarantina, la Serveco. Con quei fondi per tre anni ci siamo occupati di ricerca e sviluppo».
Così ha preso il largo Nicopò, ideato e diretto da Sammarco e la cui sceneggiatura è stata affidata a Igor Artibani, che lavora per Rai e Netflix. La sigla invece è di Andrea Pellizzari. Il bambino protagonista vive sull’isola dei due mari, dove c’è il ponte girevole «ma chi non lo sa non pensa sia Taranto, è un prodotto aperto al mondo» e, insieme a Martina, Pepo e all’australiana Sarah, recupera i plasticotti, rifiuti plastici divenuti mostri dispettosi che infestano i mari. Una volta pescati, con le dovute cure di Greta, biologa marina, i rifiuti divenuti cattivi poiché “abbandonati”, tornano ad essere “buoni” «perché non vogliamo demonizzare la plastica. L’umanità ha fatto un balzo enorme usandola, pensiamo ai monouso negli ospedali. Dovremmo essere noi ad imparare il riutilizzo ed evitare lo spreco». Di questo sono maestri nonno Coli e nonna Sosò, le due figure adulte di riferimento di Nicopò e dei suoi amici, neanche a dirlo, uguali a quei nonni che per Nicola erano stella polare e che il Covid ha portato via. «Hanno fatto in tempo a vedere il trailer. Nonna rideva guardando il suo personaggio. Loro vivranno nella mia mente e in questo cartone per sempre. Nella storia fanno quello che facevano nella vita, il pescatore e la “nassaia”, ma li ho scelti anche perché quella generazione non buttava via niente, dava valore. Noi compriamo con poco e gettiamo via facilmente. Invece bisogna tornare ad aggiustare, recuperare, riutilizzare». Da metà marzo una puntata di Nicopò è disponibile sul canale Youtube Kids ogni martedì. La trama, duplice, lavora su più piani, dunque è adatta a più fasce d’età. «Il nostro contenuto non è pensato per tenere i bambini attaccati al computer o davanti alla smart tv – precisa Sammarco –. L’obiettivo è spingere all’azione, fuori dallo schermo. Infatti ogni episodio si conclude con un’attività da fare, per stimolare la creatività. Anche la scelta dell’uscita settimanale non è casuale. Gli analisti dicono che gli utenti preferiscono tutto subito, invece vogliamo riportare i bimbi al tempo dell’attesa, della pazienza». Prossimo passo, «ambizioso e complesso», produrre giocattoli e gadgets green sulla serie. Intanto Nasse Animation Studio lavora «ad una serie per la Rai e a vari progetti internazionali, che ci permetteranno di incrementare il team». Sempre con lo sguardo vista mare.