Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  giugno 17 Martedì calendario

Bloccati all’estero 150mila israeliani per il rimpatrio servirà un mese

Bloccati all’estero, lontani dalle loro case, dai loro affetti. Sono oltre 150mila gli israeliani in attesa di rimpatrio. Famiglie con bambini piccoli, anziani, persone che hanno bisogno di cure specialistiche per patologie gravi, soldati, medici, operai. Le spese per rimanere fuori dal Paese sono grandi, ma il governo per ora ha sigillato i confini. L’aeroporto Ben-Gurion è chiuso. La compagnia israeliana El Al ha annunciato la sospensione dei voli fino al 23 giugno, specificando che saranno effettuati voli di rimpatrio «in modo graduale» per quanti hanno visto il volo cancellato a causa del conflitto in atto con l’Iran dando «priorità ai casi umanitari eccezionali con approvazione medica». La compagnia Israir dovrebbe iniziare a riportare a casa gli israeliani bloccati dalla fine della settimana. Il ceo Uri Sirkis ha ammesso che i problemi di sicurezza destano preoccupazione e si stanno studiando le procedure dell’Iran per capire come gestire al meglio i voli: «Il piano prevede che una volta che i voli saranno approvati dalle autorità e dai funzionari della difesa, gli israeliani potranno prenotare i posti tramite il sito web della compagnia con un prezzo fisso. Ma questo consentirà solo 2 voli all’ora». Per questo altre compagnie hanno già fatto scattare l’allarme. Oz Berlowitz, ceo di Arkia, ha rivelato che il piano con due soli sbarchi all’ora, e nelle sole ore diurne, fa sì che il rimpatrio di tutti gli israeliani potrebbe richiedere anche un mese.
Per facilitare il rientro la ministra dei Trasporti Miri Regev ha annunciato il lancio dell’operazione “Ritorno sicuro": saranno mobilitati aerei di compagnie private e la compagnia marittima israeliana Mano, ha spiegato Regev, precisando che l’operazione verrà condotta in collaborazione con il ministero della Difesa e «richiederà tempo, i voli di soccorso inizieranno entro 72 ore, con uno staff dedicato e un massimo di 2 atterraggi l’ora, di giorno per garantire la massima sicurezza». Verrà istituito un centro di coordinamento attivato dal Ministero dei Trasporti e supportato dall’Idf Home Front Command e dall’Autorità Nazionale per le Emergenze. La sicurezza dei rimpatri sarà garantita in coordinamento con l’Idf, ha aggiunto la ministra, annunciando che verranno evacuati i cittadini non israeliani nel Paese, tra cui i turisti e i giovani del programma Birthright in vacanza studio, perché «non hanno bisogno di stare qui».
LA POLEMICA
«Faremo di tutto per riportarvi a casa – ha detto Regev rivolgendosi agli israeliani all’estero – in ogni caso non avete nulla di cui preoccuparvi, siete all’estero, divertitevi!». Affermazione destinata a suscitare polemiche. Il leader del partito Unità Nazionale ed ex ministro israeliano della Difesa, Benny Gantz, ha già criticato duramente le parole di Regev, affermando che «il suo compito non è dire loro cosa fare, ma riportarli a casa sani e salvi». Gantz ha ricordato che tra gli israeliani bloccati all’estero ci sono «un’anziana in attesa di un intervento chirurgico e una giovane il cui marito è morto in guerra e che ha lasciato un bambino di 4 anni in Israele». Il Ministero dei Trasporti israeliano sta valutando la possibilità di rimpatriare gli israeliani via mare, ma questa soluzione, se attuata, richiederà l’approvazione militare. Intanto, ha invitato a non recarsi a Cipro o in Grecia nella speranza di raggiungere lo Stato ebraico sui traghetti, perché rischiano di non avere modo di tornare a casa.
Nei giorni scorsi Ita Airways ha cancellato tutti i suoi voli da e verso Tel Aviv fino al 31 luglio, sottolineando che la sicurezza dei passeggeri e del personale resta la priorità assoluta. Il gruppo Lufthansa, che comprende anche Austrian Airlines, Swiss e Brussels Airlines, ha sospeso i voli, con una possibile incerta ripresa prevista dal 23 giugno.