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 2025  giugno 15 Domenica calendario

10, 100, 1.000 romanzi per salvare il mondo

Atrum post bellum, ex libris lux. Il potere salvifico dei libri riesce a sconfiggere e a illuminare il buio della guerra. Questo è il motto dell’American Library di Parigi, fondata nel 1920 alla fine della Prima guerra mondiale, dopo che le truppe di alleati yankee avevano «esportato» due milioni di libri in Francia. E la lettura di questa quantità enorme di titoli si era dimostrata terapeutica riuscendo a salvare, dal terrore, dall’angoscia e dalla follia una moltitudine di francesi. La storia di questa missione ha ispirato la trama di Le bibliotecarie di Notre-Dame dell’americana Janet Skeslien Charles, con un plot che è anche approfondimento del suo precedente bestseller La biblioteca di Parigi, romanzo tradotto in quaranta Paesi.
La protagonista di questo nuovo libro, appassionante adattamento letterario di fatti realmente accaduti, è Jessie Carson (1876-1959), bibliotecaria americana che lavorava nel settore della letteratura per l’infanzia. Nel 1918 la donna sbarcò come volontaria in Francia per aiutare, attraverso l’organizzazione Card (Comité américain pour les régions dévastées), le popolazioni nella zona di Blérancourt, località a sessanta chilometri dal fronte di guerra, nel nord del Paese. Il suo contratto prevedeva due anni di missione, ma Carson rimase fino al 1924 e, con un impegno instancabile, riuscì a rivoluzionare il sistema bibliotecario francese introducendo le prime raccolte per l’infanzia e promuovendo l’interazione diretta con i piccoli lettori. Un progetto sperimentato sul campo, dopo avere gestito negli anni di Blérancourt una biblioteca itinerante. Spostandosi su una camionetta militare aveva raggiunto 160 villaggi semidistrutti per intrattenere adulti e bambini leggendo e traducendo storie.
L’obiettivo delle volontarie inglesi, americane e canadesi, cui poi si unirono anche donne francesi, era garantire aiuti umanitari, beni di prima necessità e assistenza medica. La nascita di quest’organizzazione fu frutto della filantropia e dello spirito ribelle di Anne Morgan (1873-1952), ereditiera newyorkese, figlia del finanziere J. P. Morgan che, sin da giovanissima, si mostrò ben diversa dalle ragazze del suo ceto privilegiato. In patria, per attirare l’attenzione sulle discriminazioni nei riguardi delle donne, partecipava agli scioperi degli operai e comunicava ai fotografi la sua presenza in modo da fare immortalare la violenza della polizia o dei proprietari delle fabbriche sulle lavoratrici spesso picchiate. Quando scoppiò la Prima guerra mondiale, rivolse il suo sguardo all’Europa e offrì un suo palazzo a Versailles come rifugio ai soldati in convalescenza. Poi fondò l’organizzazione delle Card. Nel 1932 fu nominata comandante della Legion d’Onore, una delle molte onorificenze che ricevette nella sua vita.
«La Lettura» ha raggiunto, via Zoom, Janet Skeslien Charles, che in questo momento si trova in Montana.
Com’è nata l’idea di questi romanzi? Conosceva già l’esistenza dell’organizzazione Card?
«Sono sempre stata affascinata dall’Europa e da Parigi; alcuni anni fa mi sono trasferita nella capitale francese e ho trovato lavoro alla Biblioteca americana. Proprio lì è nata l’spirazione per il primo libro: facendo ricerche per quel testo ho scoperto la storia della fondazione della biblioteca e l’importante alleanza fra Francia e Stati Uniti durante la Prima guerra mondiale. Ho trovato un patrimonio di informazioni così vasto e interessante che non poteva essere racchiuso nella storia che stavo scrivendo. Meritava un ulteriore approfondimento e così – continuando a documentarmi – ho scoperto l’incredibile impegno del Card. E la figura di Anne Morgan, incredibilmente avanti rispetto all’epoca».
Ma la protagonista del suo libro è Jessie Carson, una donna ben più anonima e modesta...
«Ho scelto lei proprio per questo motivo: le altre componenti dell’organizzazione erano tutte ragazze molto ricche, donne che non avevano bisogno di lavorare per vivere e potevano occuparsi di volontariato. Carson invece era una semplice bibliotecaria newyorkese, notata da Anne Morgan per il suo ottimo lavoro nella sezione infantile e per questo invitata a entrare nel Card. Era stata la stessa Morgan a pagarle il viaggio in Francia: Carson con il suo stipendio non avrebbe mai potuto permetterselo! Nonostante il loro impegno tutte queste donne erano molto criticate dalla stampa e dall’opinione pubblica. Anne Morgan e le sue collaboratrici a New York venivano derise e chiamate “la brigata del visone”, definite esibizioniste impellicciate e viziate che, invece di metter su famiglia, cercavano di farsi notare con rivendicazioni inutili. Soltanto all’estero sono state prese sul serio, anche se l’idea che al matrimonio preferissero l’azione faceva storcere il naso a molti. La stessa madre di Carson giudicava male la figlia per aver scelto di partire per la Francia».
L’idea di base del suo libro riguarda l’impatto benefico della letteratura, gli effetti potenti e terapeutici di un buon libro. Nelle pagine del romanzo viene più volte citato il classico «Anna dai capelli rossi», una vera medicina di resilienza. «La Lettura» le ha chiesto di stilare una lista dei libri che possono aiutare a stare meglio – non autoaiuto ma cura dell’animo – e ha definito «Belcanto» la sua lettura preferita: perché?
«Amo questo romanzo perché ci insegna ad andare oltre l’apparenza e le etichette: è un grande esempio di inclusione. Nella trama, per un imprevisto, persone diversissime si trovano a convivere in un luogo chiuso e poi imparano non solo a sopportarsi ma anche ad apprezzarsi. Con talento e ironia l’autrice, Ann Patchett, ci insegna che con il prossimo abbiamo spesso più punti in comune di quanto immaginiamo: dobbiamo solo dargli una possibilità».
Nelle note finali del suo testo lancia un allarme preoccupato rispetto alla censura di cui molti testi sono vittima. I dati denunciati dai bibliotecari negli ultimi due anni hanno avuto un’impennata. Come spiega questo fenomeno?
«Negli Stati Uniti, già prima della rielezione di Donald Trump, ha acquistato molto potere Moms for Liberty, l’organizzazione politica di destra, molto attiva in quarantasei Stati, che con aggressività si batte contro i programmi scolastici che menzionano i diritti Lgbtq+, la questione razziale e l’etnia. I membri di questo gruppo non sono solo madri di famiglia: è un’associazione che raccoglie posizioni ultraconservatrici. Queste persone hanno acquisito molto potere e condizionano pesantemente anche le scelte di librerie e biblioteche. Tra i titoli messi al bando c’è anche Amatissima, capolavoro di Toni Morrison, una premio Nobel. E certo non mi stupirei di trovarci anche alcuni libri della mia lista, forse La città dei ladri di David Benioff o Il club del libro e della torta di bucce di patate di Guernsey di Shaffer e Barrows, testi ambientati in contesti di guerra, raccontati con una sensibilità altruista e non guerrafondaia».