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 2025  giugno 17 Martedì calendario

La Lega blinda la rottamazione. Così Salvini anticipa gli alleati

Le istruzioni per blindare la pace fiscale sono pronte. Matteo Salvini le ha affidate a Massimo Garavaglia, leghista di prima fila e soprattutto presidente della commissione Finanze del Senato. Non è un caso. È proprio a Palazzo Madama, infatti, che il disegno di legge del Carroccio sulla maxi rottamazione è sotto esame. Dopo l’affondo di Giorgia Meloni, che preme per il taglio dell’Irpef in favore del ceto medio, il leader della Lega va ripetendo che la sanatoria delle cartelle fiscali e l’intervento per i redditi tra 28mila e 60mila euro possono procedere in parallelo.
"Se a mensa ti chiedono se vuoi il primo o il secondo, mica è strano se li prendi insieme”, ha detto ieri. Non solo. Ha rilanciato anche la flat tax: “C’è da aumentare la soglia che oggi, per scelta europea, è bloccata a 85mila euro: se salisse – ha aggiunto – anche a 100-150mila aumenterebbe la possibilità di lavorare, fatturare, dichiarare e l’incasso per lo Stato”.
Intanto nelle retrovie matura la convinzione di assicurare un percorso sicuro alla rateizzazione delle cartelle. L’obiettivo è chiudere la partita nella sesta commissione del Senato entro metà luglio. “La proposta di legge – spiega Garavaglia a Repubblica – avrà già l’indicazione della copertura e poi faremo diventare questa proposta una norma della legge di bilancio o del collegato fiscale”.
In pratica, il testo approvato in Parlamento conterrà lo stanziamento che serve a finanziare la rottamazione, ma sarà poi la legge di bilancio a rendere questa cifra effettiva dato che i soldi arriveranno appunto in quella sede. I vantaggi sono due. Il primo: il via libera in commissione, con i voti di Fratelli d’Italia e FI, acquisirebbe un peso importante proprio perché il testo ingloberebbe lo stanziamento. Giocando d’anticipo sugli alleati, che dovrebbero invece aspettare la manovra per il taglio dell’Irpef. Difficile per loro anche rinnegare a posteriori quanto già approvato.
Il secondo vantaggio: il travaso del disegno di legge all’interno della manovra evita il passaggio alla Camera. È vero che anche la legge di bilancio deve fare la spola tra i due rami del Parlamento, ma la Finanziaria ha una corsia preferenziale, oltre a blindare i contenuti che veicola.
Prima, però, bisogna rimettere mano al disegno di legge. “Saranno tagliate fuori le piccole partite perché non ha senso rateizzare in dieci anni debiti da 200-300 euro”, spiega Garavaglia. Allo stesso modo – aggiunge – finiranno fuori gli importi “enormi, quelli che hanno già forme di definizione agevolata con il Fisco”.
Nelle scorse settimane, fonti leghiste parlavano di un tetto a 100 mila euro (il valore massimo della cartella), ma Garavaglia, che è anche relatore al provvedimento, precisa: “Le valutazioni sono ancora in corso, individueremo la platea insieme al Mef”.
L’impianto di base, promettono dal Carroccio, non cambierà: fino a 120 rate mensili per estinguere i debiti affidati alla riscossione tra il primo gennaio del 2000 e il 31 dicembre 2023. Non si pagheranno interessi e sanzioni.
Intanto è scattato l’iter per i pagamenti della rottamazione quater riservato ai contribuenti riammessi. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione sta inviando circa 247mila lettere con la comunicazione delle somme dovute e le indicazioni per il saldo agevolato.