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 2025  giugno 17 Martedì calendario

Trump firma la dichiarazione del G7 e a sorpresa lascia il vertice. “L’Iran disposto a trattare”

Trump prima spacca il G7, rifiutandosi di firmare la dichiarazione congiunta sull’Iran, ma poi aderisce, mentre abbandona a sorpresa il vertice per tornare a Washington. Motivo, secondo la sua portavoce Karoline Leavitt, “quello che sta accadendo in Medio Oriente”, mentre il Pentagono manda rinforzi nella regione. Nel frattempo dice che secondo lui il regime è pronto a firmare l’accordo nucleare, ma intima agli abitanti di Teheran di evacuare la città.
Ieri mattina Trump ha visto il padrone di casa canadese Mark Carney, accusando il predecessore Obama di aver commesso “un grande errore” cacciando Putin dal vertice: “Se non fosse accaduto, non avremmo avuto questa guerra”. Quando però gli hanno chiesto se vorrebbe riammettere il collega del Cremlino, ha frenato: “È passata troppa acqua sotto i ponti”. Fosse per lui, però, “non sarebbe una cattiva idea includere la Cina”, perché nella sua visione delle relazioni internazionali come rapporti di forza, avere tutte le potenze al tavolo è più importante di coordinarsi con gli alleati, che sta colpendo con i dazi.
Quindi di Iran ha parlato, dicendo che “loro vogliono dialogare, ma avrebbero dovuto farlo prima. Hanno avuto sessanta giorni, devono fare un accordo. Gli iraniani non vinceranno questa guerra, devono parlare e subito, prima che sia troppo tardi”. Nello stesso tempo si è rifiutato di firmare il documento per la de-escalation proposto dagli altri membri del G7, perché ritiene che l’offensiva israeliana possa spingere gli ayatollah a negoziare. La condizione è che accettino l’accordo proposto dal suo inviato Witkoff, che include la rinuncia ad arricchire l’uranio, se non lo smantellamento dei missili balistici e smettere di usare Hezbollah, Hamas e Houthi per “l’asse di resistenza” contro Israele e colpire gli occidentali. Putin potrebbe tornare utile per ospitare l’uranio già arricchito da Teheran, o magari qualche leader del regime in fuga.
Più tardi ha incontrato la presidentessa della Commissione europea von der Leyen per accelerare il negoziato sui dazi e il francese Macron. Vedendo il britannico Starmer è tornato su Teheran: “Credo che verrà firmato un accordo sul nucleare. L’Iran sarebbe pazzo a non firmare. Appena vado via da qui faremo qualcosa”. Il punto fermo resta questo: “Voglio che non ci siano armi nucleari in Iran e faremo in modo che succeda”.
Con la Russia, invece, non è pronto ad imporre sanzioni per spingerla ad accettare la tregua in Ucraina: “L’Europa lo dice ma ancora non lo ha fatto, vediamo se lo fanno loro per primi. Non dimenticate che le sanzioni ci costano tantissimo, parliamo di miliardi di dollari”. Poco dopo ha avvertito sui social: “Tutti devono immediatamente evacuare Teheran”. E la portavoce ha annunciato che lasciava il vertice in anticipo, subito dopo la cena dei leader. Nel corso di questo ultimo impegno, però, è stato convinto a cambiare idea, firmando con gli altri la dichiarazione che afferma il diritto di Israele a difendersi, condanna l’Iran come principale destabilizzatore del Medio Oriente, ma chiede di fermare le armi tanto nella Repubblica islamica, quanto a Gaza.
Secondo il Wall Street Journal l’Iran ha chiesto a Qatar, Oman e Arabia Saudita di intercedere presso Trump, affinché fermi Netanyahu in cambio della ripresa del negoziato. Il problema è se il premier israeliano sia disposto a farlo, visto il vantaggio militare che ha per distruggere il programma nucleare e magari dare la spallata finale al governo. Il presidente americano dovrebbe essere interessato a fermare la guerra, perché è quanto vuole la sua base elettorale, ma potrebbe essere tentato dall’idea di favorire il cambio di regime.
Nel frattempo il Pentagono si rafforza nella regione, nel caso servisse per attaccare, oltre a difendere Israele, anche se fonti dell’amministrazione hanno detto al sito Axios che Washington non intende partecipare all’offensiva. Le navi Sullivans e Arleigh Burke sono state utilizzate per abbattere missili iraniani. La portaerei Vinson è nel Mar Arabico dove presto la raggiungerà la Nimitz. È un avvicendamento, ma per un po’ saranno affiancate, mentre aerei cisterna sono stati inviati in zona. Anche per questo il senatore Kaine ha proposto una legge che vieti di usare la forza in Iran senza il via libera del Congresso.