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 2025  giugno 16 Lunedì calendario

La bozza dei nuovi «programmi scolastici»: la nota stampa del Ministero è piena di errori grammaticali

La settimana scorsa il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato la bozza delle Nuove indicazioni Nazionali per il curricolo delle scuole materne, elementari e medie. Il provvedimento di revisione dei programmi scolastici, anticipato a mezzo stampa dal ministro Giuseppe Valditara nei mesi scorsi, rappresenta un mix di innovazione e nostalgia per il passato. Per i più piccoli viene rivalutata la scrittura in corsivo (anche alla luce delle scoperte fatte dalle neuroscienze), ma anche la calligrafia, le poesie mandate a memoria e i riassunti. Nei programmi di storia e geografia si privilegia uno sguardo meno «global» e più «local», perché «non si può essere cittadini italiani se non si sa localizzare il Po» e comunque «solo l’Occidente conosce la Storia». Nuova enfasi anche alla lettura, con suggerimenti che vanno dalla Bibbia giù giù fino a Trono di Spade. E poi il ritorno del latino alle medie – solo opzionale in verità – anche se l’ambizione sarebbe di usarlo per imparare meglio la lingua italiana. Per italiano – così è scritto anche nel comunicato stampa che illustra il provvedimento – «le Nuove Indicazioni Nazionali segnano un cambio di paradigma che mira a superare lo spontaneismo linguistico per un’educazione linguistica solida e consapevole. Al centro di questa nuova visione vi è il ritorno al valore della regola grammaticale e all’importanza della sintassi». Ben detto! Peccato che lo stesso comunicato sia infarcito di errori grammaticali e sintattici, o -come dicevano i latini- di «lapsus calami» (scivoloni della penna).  
Quando si parla dell’insegnamento della storia, si afferma che è importante mantenere ben fermo l’innegabile rilevanza della dimensione italiana»: errore di concordanza. Sulla geografia si dice  che la disciplina va elevata a «pilastro fondamentale per la formazione di un cittadino consapevole, capace di profonda comprensione della relazione tra esseri umani, territorio e ambiente, a tutte le scale, dal globale al locale». Qui è sbagliata la preposizione: in italiano si dice «in tutte le scale». Alcune pagine prima -  nel paragrafo sul potenziamento della scrittura – c’è una costruzione sintattica caotica, con un uso spericolato del gerundio: «La scrittura è molto più che una tecnica: è saper strutturare il pensiero con logica rappresentando quindi un potente strumento di avviamento al pensiero riflessivo e alla introspezione». E poi il latino, come ogni altra lingua, si scrive con la lettera iniziale minuscola. Sempre nel paragrafo dedicato al latino c’è un quasi ossimoro: la nuova materia è presentata insieme come «curricolare e opzionale». E più sotto di nuovo una maiuscola sbagliata: «consapevolezza Europea». C’è anche una parentesi aperta ma non chiusa. È opinabile, dal punto di vista stilistico, anche la scelta di anteporre l’aggettivo al sostantivo, come quando si dice che la bozza delle Indicazioni nazionali è stata trasmessa al Consiglio Superiore della Pubblica istruzione per il «prescritto parere» o più avanti, quando si parla di educazione al rispetto della donna e educazione ai «positivi sentimenti». Un’ultima osservazione di carattere lessicale: nel paragrafo dedicato a «inclusione e intercultura» è scritto: «Sono state meglio esplicitate le misure sistemiche e le prassi specifiche per l’accoglienza e l’integrazione di studenti da contesti migratori e per l’esercizio del diritto allo studio degli alunni adottati». Ma in che senso «adottati»? 
La bozza dei nuovi «programmi» scolastici è già stata inviata al Cspi (Consiglio superiore della pubblica istruzione), che esprimerà il suo parere entro fine mese; seguirà entro fine luglio quello del Consiglio di Stato. Il primo è solo consultivo, il secondo è vincolante. Le Indicazioni erano già state sottoposte a un contestato sondaggio nelle scuole e fra gli insegnanti con domande a risposta multipla dove erano previste diverse opzioni salvo: «Non sono d’accordo».