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 2025  giugno 16 Lunedì calendario

Caritas: aumentano, soprattutto al Nord, le persone in cerca di assistenza. Il 23,5% ha un lavoro ma non basta

Aumentano le persone che si rivolgono ai centri Caritas italiani per ricevere aiuto ed assistenza. Come si legge nel rapporto dell’associazione, nel 2024 sono state quasi 278mila, il 3% in più del 2024 e ben il 62% in più rispetto a dieci anni fa. I territori con l’aumento più marcato delle richieste sono quelli del Nord Italia (+77%), seguiti da quelli del Mezzogiorno (+64,7%). L’aiuto raggiunge molte famiglie e, nel complesso, circa il 12% di quelle in povertà assoluta (che nel complesso sono 5,7 milioni di individui). Crescono le situazioni di povertà intermittente o di lunga durata. Allarmante è l’aumento dei casi di cronicità: oltre un assistito su quattro (26,7%) vive in una condizione di disagio stabile e prolungato.
L’età media degli assistiti è di 47,8 anni ma cresce la presenza degli anziani: se nel 2015 gli over 65 erano solo il 7,7%, oggi rappresentano il 14,3% (il 24,3% tra gli italiani). Restano strutturali le difficoltà delle famiglie con figli, che costituiscono il 63,4% degli assistiti. Prevale la fragilità occupazionale: il 47,9% è disoccupato, mentre il 23,5% ha un lavoro che non costituisce un fattore protettivo rispetto all’indigenza. Tra i 35-54enni la percentuale dei ‘working poor’ supera addirittura il 30%.
Il disagio abitativo e quello sanitario sono tra quelli più diffusi. Tra le persone seguite dal circuito Caritas, una su tre (il 33%) manifesta almeno una forma di difficoltà legata all’abitare. In particolare: il 22,7% vive una grave esclusione abitativa (persone senza casa, senza tetto, ospiti nei dormitori, in condizioni abitative insicure o inadeguate), il 10,3% presenta difficoltà legate alla gestione o al mantenimento di un alloggio (per lo più rispetto al pagamento di bollette o affitti).
Almeno il 15,7% manifesta vulnerabilità sanitarie, spesso legate a patologie gravi e alla mancanza di risposte da parte del sistema pubblico. Molti di loro fanno esplicita richiesta di farmaci, visite mediche o sussidi per prestazioni sanitarie; altri invece non formulano richieste specifiche, lasciando presumere che il fenomeno delle rinunce sia ampiamente sottostimato, soprattutto tra i più marginalizzati che spesso sfuggono ai circuiti statistici e sanitari formali.
Caritas Italiana evidenzia che “la povertà sanitaria si intreccia quasi sempre con altre forme di bisogno (nel 58,5% se ne cumulano 3 o più) in un circolo vizioso: casa, reddito, salute, istruzione e relazioni si condizionano a vicenda, rendendo difficile ogni percorso di uscita. Il profilo di chi ha bisogno si è dunque profondamente trasformato, riflettendo una povertà sempre più trasversale, complessa e spesso non intercettata o adeguatamente supportata dal welfare“.
“Il rapporto Caritas conferma che l’Italia reale non vive nella narrazione trionfalistica del governo, ma nella fatica quotidiana di chi lavora e resta povero, di chi non riesce a curarsi o a pagare l’affitto. Secondo il report, oltre 5,6 milioni di persone vivono in povertà assoluta. Un dato allarmante, aggravato dal fatto che il 30% di chi si rivolge alla Caritas ha un lavoro ma non riesce comunque a vivere dignitosamente”. Così Silvia Roggiani, deputata Pd della commissione Bilancio.
“Il report conferma il fallimento delle politiche del governo Meloni. Lo scenario descritto rivela un’Italia sempre più fragile, con lavoratori e famiglie in forte difficoltà. I numeri parlano chiaro e spazzano via tutta la propaganda di una maggioranza che ha scelto di prendere le distanze dai 5,6 milioni di poveri assoluti, dal 25% dei lavoratori poveri, dagli anziani sempre più soli”. Così in una nota il deputato Movimento 5 Stelle Leonardo Donno.