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 2025  giugno 16 Lunedì calendario

Trump flirta col Giappone, a rischio il Gcap con l’Italia

Donald Trump apre un nuovo fronte nella guerra, non solo commerciale, con l’Europa. La battaglia si combatte in Giappone. Il presidente degli Stati Uniti ha proposto a Tokyo di comprare il futuro cacciabombardiere americano F-47. L’aereo verrà costruito da Boeing e dovrebbe volare prima della fine del mandato di Trump, cioè entro il 20 gennaio 2029. Questa mossa potrebbe abbattere o ritardare il Gcap, il costoso progetto di nuovo aereo da guerra di sesta generazione che l’Italia sta portando avanti con Gran Bretagna e Giappone.
Il Gcap (“Global combat air programme”) è un accordo tra i tre governi, la costruzione del velivolo è affidata a una joint venture tra le industrie dei tre paesi, Bae Systems, Leonardo e Mitsubishi Heavy Industries, con quote del 33,3% ciascuna. Il nuovo aereo, battezzato a Londra “Tempest”, dovrebbe essere operativo nel 2035 e sostituire l’Eurofighter. Tuttavia i tempi potrebbero allungarsi di alcuni anni, sia per la complessità tecnologica sia per gli elevati costi, almeno 40 miliardi di euro. L’Ad di Leonardo, Roberto Cingolani, ha detto che il costo potrebbe arrivare a 100 miliardi, l’Italia ne ha già stanziati quasi otto.
L’iniziativa di Trump è stata rivelata dal giornale giapponese Asahi Shimbun ed è stata ripresa da testate web straniere, ha riferito Analisi Difesa. Il 29 maggio in una telefonata Trump ha chiesto al primo ministro giapponese Shigeru Ishiba di valutare l’acquisto dell’F-47. Trump il 21 marzo ha scelto Boeing per sviluppare il successore dell’F-22 (fabbricato da Lockheed Martin come l’F-35) con un contratto da 20 miliardi di dollari. Ha chiamato il nuovo aereo F-47, perché è il 47esimo presidente degli Stati Uniti.
Un contratto “salva Boeing”, il gruppo aerospaziale è in crisi acuta, a causa dei due incidenti del Boeing 737 Max di Lion Air del 2018 e di Ethiopian Airlines del 2019, con 346 morti. Dal 2019 Boeing ha accumulato più di 35 miliardi di perdite e ha avuto più amministratori delegati (tre) che gli allenatori della nazionale italiana di calcio (due). Boeing adesso è coinvolta nell’incidente del 787 Dreamliner di Air India, precipitato il 12 giugno con 242 persone a bordo (un solo sopravvissuto, ma i morti sarebbero più di 300 con le vittime a terra). È il primo incidente mortale per il jet di lungo raggio la cui fusoliera viene prodotta in Italia, da Leonardo, a Grottaglie.
Secondo la testata indiana Eurasian Times, Trump ha detto a Ishiba che è disponibile a esportare l’F-47 con capacità ridotta “del 10%” a nazioni alleate. Il Giappone ha già acquistato l’F-35 (43 consegnati finora). Secondo analisti militari se il Giappone scegliesse l’F-47 o un’ulteriore fornitura di F-35 probabilmente si ritirerebbe dal Gcap. Questo potrebbe far saltare il programma lanciato in Europa. Difficilmente Gran Bretagna e Italia sarebbero in grado di sostenerne il costo da sole. In quel caso l’F-47 resterebbe l’unico cacciabombardiere avanzato dei paesi occidentali, a parte i jet russi o cinesi. Sarebbe un grande affare per l’industria americana delle armi, che potrebbe fare man bassa di commesse per centinaia di miliardi in tutto il mondo, come avviene per l’F-35.
Un acquisto di aerei americani potrebbe favorire anche il negoziato tra Tokyo e Washington sui dazi. L’entrata a gamba tesa di Trump è avvenuta mentre l’industria mondiale si prepara al salone di Le Bourget, un festival di aerei e armi che si svolge da oggi al 22 giugno a Nord di Parigi. Nell’edizione precedente, due anni fa, fu annunciata la firma di contratti per 150 miliardi di dollari, tra aerei civili e militari e altro.
Airbus, il gigante di casa, mantiene il primato nella produzione di jet commerciali con più di 100 posti, l’anno scorso 766 contro i 350 di Boeing. Nei primi cinque mesi di quest’anno Airbus ne ha consegnati 243, il gruppo americano 220. Boeing quest’anno è in vantaggio con gli ordini netti di nuovi aerei, 512 rispetto ai 215 di Airbus.
Sulle piste di Le Bourget non sono in mostra solo aerei civili e militari, ci sono anche missili di Mbda, la società tra Airbus, Bae e Leonardo che ha fornito i Samp-T all’Ucraina. L’anno scorso Mbda è stata strigliata dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, perché non produceva missili abbastanza rapidamente. Si esibirà in volo il caccia Rafale di Dassault, in mostra radar e sistemi di difesa di Thales, dell’americana Raytheon, numero uno mondiale dei missili, i prodotti dell’israeliana Iai, missili, droni, radar.
È atterrato a Parigi pure il nuovo elicottero militare di Sikorsky (Lockheed) S-97, che in febbraio a Palm Beach ha volato davanti a una settantina di delegazioni straniere, comprese Aeronautica, Marina ed Esercito italiani. L’S-97 utilizza la tecnologia innovativa X2, con un doppio rotore coassiale, uno gira in senso contrario all’altro, per dare stabilità, mentre l’elica posteriore ha una funzione spingente, capace di una velocità vicina a 500 km orari, il doppio degli elicotteri tradizionali.
Con questa macchina Sikorsky partecipa alla gara Ngrc per il nuovo elicottero multimissione dei Paesi Nato fuori dagli Usa, che secondo fonti industriali ha un potenziale fino a mille velivoli, per 35-40 miliardi di euro. Gli americani hanno proposto a Leonardo di fare l’operazione insieme in una joint venture, ma Cingolani ha preferito un’altra strada, quella del “tilt rotor”, il convertiplano, nel quale Leonardo ha già investito oltre un miliardo, ma l’Aw609 non ha ancora ottenuto la certificazione civile al volo. Per la gara Ngrc Leonardo si è alleata con l’americana Bell, che a fine 2022 ha battuto Sikorsky nella gara americana per un elicottero militare d’assalto, il Flraa, con il V 280 Valor. Terzo incomodo nella gara è Airbus.
Con la crisi di Boeing è aumentato il peso industriale di Airbus in Italia. Oltre a parti dell’A321, Leonardo costruirà anche la fusoliera posteriore del più piccolo A220. “Airbus ha aumentato del 30% le forniture provenienti dall’Italia rispetto al pre-Covid”, ha detto Valerio Moro, nuovo capo di Airbus in Italia. Nessun progresso invece nei colloqui tra Leonardo, Thales e Airbus per una razionalizzazione nell’industria spaziale dei satelliti: “Con Leonardo e i nostri partner ci sono discussioni non vincolanti”. Ma le posizioni sono distanti.