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 2025  giugno 15 Domenica calendario

Tensione Israele-Iran: crollano i prezzi online dei contatori Geiger per rilevare le radiazioni

Nel silenzio dei motori di ricerca si legge il timore, o quantomeno la percezione di un rischio che si viene percepito come concreto, anche se del tutto indefinito. L’attacco di Israele ai siti nucleari in Iran  ha creato un riflesso nel mondo digitale: le ricerche online relative a parole chiave come “radiazioni”, “fallout nucleare”, “attacco atomico”, ma soprattutto “rilevatore Geiger” e “contatore Geiger” – il dispositivo portatile che misura i livelli di radioattività – sono cresciute in modo significativo tra fine maggio e inizio giugno 2025, toccando picchi in Israele, Turchia, Germania e negli Stati Uniti. Il dato, preso da solo, potrebbe essere liquidato come una reazione emotiva all’inquietudine geopolitica. Ma il fenomeno presenta un altro aspetto che merita attenzione: il drastico calo dei prezzi dei rilevatori Geiger sui principali siti di ecommerce, con tanto di offerte specifiche attivate proprio in queste ore.
Il fenomeno delle ricerche online
Un’analisi diretta su Google Trends mostra che, tra il 1° e il 14 giugno 2025, il volume di ricerche per la query “Geiger counter” è cresciuto di circa il 200% rispetto alla media dei tre mesi precedenti: un trend particolarmente marcato in Israele, negli Stati Uniti e in Germania.
In Israele, il picco di interesse si è concentrato tra il 10 e il 12 giugno, soprattutto nell’area di Tel Aviv; negli Stati Uniti, le maggiori ricerche provengono da California e New York, mentre in Europa la Germania guida le statistiche. L’Iran, dove il censore governativo limita l’accesso a molte piattaforme occidentali, non evidenzia flessioni analoghe.
Il mercato globale dei contatori Geiger: una crescita attesa

Secondo le ultime ricerche di settore, il mercato mondiale dei contatori Geiger ha raggiunto circa 89 milioni di dollari nel 2024 e si prevede cresca a 127,6 milioni entro il 2030, con un tasso annuo medio del 6,2 %. Un segmento particolarmente vivace in Nord America e in paesi come Germania e Cina.

Le aziende che operano in questo settore – tra cui Radex, Ecotest e Gamma‑Scout – sottolineano che la crescita è legata sia alla domanda istituzionale (nucleare, industriale, difesa), sia alla diffusione nel settore consumer, che include dispositivi con connettività digitale e app per smartphone.
Contemporaneamente, sui principali Marketplace è stata segnalata una crescita della disponibilità di rilevatori Geiger, soprattutto di modelli economici, dotati di sensori beta e gamma e di connessioni USB o Bluetooth. Non è ancora chiaro se tale fenomeno sia generato dalla domanda oppure spinto dalla disponibilità da parte dei produttori cinesi. Senza dati esatti, si osserva tuttavia nell’area “strumenti di misura” un aumento di offerte in categorie che prima erano poco frequentate. Per una stima precisa, sarebbe necessario accedere ai dati interni delle piattaforme e confrontare periodi congruenti.
In particolare, ci siamo imbattuti in queste ore in offerte su Amazon relative ai contatori Geiger. Ben due modelli sono infatti finiti nelle “offerte a tempo” del gigante dell’e-commerce. Il primo è prodotto da CHNADKS ed è denominato HFS-10, utilizzato principalmente per monitorare i raggi X, β e Bici.
Il secondo modello è ugualmente prodotto da CHNADKS ed è denominato HFS-20. Utilizzato principalmente per il monitoraggio dei raggi X, β e γ, integra uno schermo LCD per controllare le misurazioni.
Ma non è tutto. Scandagliando il catalogo Amazon, abbiamo anche trovato dei modelli di contatori Geiger il cui prezzo è sceso drasticamente proprio in concomitanza della degenerazione della situazione tra Israele e Iran. Pensiamo, ad esempio, al Radiocode-102. Si tratta di un modello che si interfaccia con gli smartphone attraverso un’apposita applicazione e caratterizzato da un prezzo di listino di 295 euro (ma venduto su Amazon da qualche settimana a 280 euro). Proprio venerdì 13 giugno il prezzo è sceso di colpo a 229 euro.
Il recente boom di ricerche web su “radiazioni” e “Geiger counter” non trova al momento riscontri in una reale emergenza radiologica: i monitoraggi internazionali e le dichiarazioni ufficiali escludono fuoriuscite di materiale ionizzante. Piuttosto, sembra trattarsi di un fenomeno di ansia collettiva, amplificato dalla facilità di accesso a informazioni (e disinformazioni) online e da un’offerta commerciale pronta a intercettare ogni timore.
In uno scenario in cui la guerra tecnologica e la diplomazia militare viaggiano spesso su doppie vie – reale e percepita – diventa cruciale affidarsi sempre a dati ufficiali e fonti riconosciute. Il tappeto di numeri che compare in un grafico di Google Trends o in un carrello di Amazon non sostituisce la verifica puntuale degli enti preposti: AIEA, IAEA, ministeri, commissioni scientifiche. Il cittadino, oggi più che mai, deve imparare a distinguere tra il rischio concreto e l’allarme amplificato dal web, digitando con consapevolezza le proprie domande nel motore di ricerca.