Sette, 15 giugno 2025
Ottanta miliardi di evasione l’anno ma meglio non irritare chi non paga le tasse. Quanto può durare un Paese così?
Cara Lilli,
sento spesso dire che in Italia i salari sono troppo bassi mentre l’inflazione ha avuto un’impennata negli ultimi anni. Da quello che vedo nella mia esperienza di cittadina, sono vere entrambe le cose. Ma allora le chiedo: perché faccio fatica a trovare una stanza d’albergo per una settimana di vacanza? Perché trovo prezzi aumentati e tutto esaurito ovunque? Non eravamo un Paese povero?
Loretta, da roma
Cara Loretta,
compilando la dichiarazione dei redditi, molti italiani hanno scoperto in questi giorni che dal prossimo anno non avranno più diritto ad alcune detrazioni fiscali: lo prevede l’ultima legge di bilancio del governo, che fissa un limite alle spese ammesse, in base al reddito. È una norma che colpisce anche il ceto medio, e che servirebbe a finanziare quel tanto annunciato taglio delle tasse che ancora non si vede all’orizzonte. Un problema economico in più, ma solo per chi le tasse le paga, visto che si continua a fare poco o nulla contro l’evasione.
Vediamo un po’ di numeri: in Italia nel 2024 la pressione fiscale è stata del 42,6%, in aumento rispetto al 41,4% dell’anno precedente. Quindi le tasse – ripetiamo, per chi le paga – sono aumentate, checché ne dica il governo. L’ultimo report dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate di Itinerari previdenziali e Cida rivela che il 40% della popolazione italiana si fa carico di oltre il 90% delle tasse totali. Ovvero che oltre metà del Paese vive sulle spalle dell’altro 40%.
E non basta: solo l’1,2% dei contribuenti dichiara di guadagnare oltre 100 mila euro all’anno, mentre l’evasione fiscale è stimata in oltre 80 miliardi.
Sembrerebbe la fotografia di un Paese irrimediabilmente povero e sull’orlo del fallimento, se non fosse che negli stessi giorni della dichiarazione dei redditi, molti italiani hanno anche cominciato a prenotare alberghi e appartamenti nei vari luoghi di villeggiatura. E hanno scoperto aumenti, affitti rialzati, e spesso il tutto esaurito.
È inutile continuare a prenderci in giro: in Italia l’evasione è tollerata, quando non direttamente favorita, attraverso condoni, stralci, rottamazioni e anche con le parole dei politici: pensiamo al «fisco amico» o al famoso «pizzo di Stato» di Giorgia Meloni. Come noto, gli evasori rappresentano anche un significativo blocco sociale ed elettorale di riferimento: meglio non irritarli.
Qualche settimana fa il professor Alberto Brambilla scriveva sul Corriere della Sera: «Quanto può durare un Paese in cui il 60% non paga tasse e il 24% versa quelle appena sufficienti per pagarsi i servizi di base? Perché non dire agli italiani che se nessuno paga la sanità e la scuola, non si può pretendere di avere questi servizi, visto che insegnanti, medici e infermieri vanno pagati? Perché non dire che non ci sono risorse se quasi 30 milioni di italiani presentano l’Isee per avere servizi gratis o a sconto?». Giorgia Meloni potrebbe gentilmente rispondere a queste domande?