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 2025  giugno 15 Domenica calendario

Errori geniali: chi ha inventato il tennistavolo, il Viagra e il Post-it

Gli errori geniali. E alla fine vincenti. La perfezione che nasce per sbaglio. Da quello che sembra un fallimento eccellente. Crediamo che un’idea, un’arte, uno stile si costruiscano con pezzi giusti, ci ostiniamo a eliminare ogni attrito, convinti dell’importanza dell’impeccabilità. È appena morto Brian Wilson, fondatore dei Beach Boys, a lui si deve il mito del surf, della West Coast, delle spiagge della California. L’oceano blu, il sole giallo, il tramonto arancione. Bello, giovane, cool. Fremiti di libertà. Un cambio di letteratura: meglio scivolare sulle onde che on the road. O forse era solo un’aggiunta, c’era un’alternativa alla strada. Wilson scrisse Surfin’ Usa nel ’63. Nelle foto i Beach Boys erano sempre al mare attorno a una tavola da surf. Penserete: chissà com’era bravo Wilson a cavalcare le onde. Sbagliato, l’aveva fatto una volta sola. Terribile zuccata, fine dell’esperienza, basta tavole. Scrisse anche In my Room (Nella mia stanza) e nel ’66 Wouldn’It Be Nice (Non sarebbe male) e Good Vibrations. Dolci melodie e armonie. Canzoni che parlavano della gioia dell’adolescenza, della felicità del matrimonio e delle buone vibrazioni della vita. Quasi mai provate: il padre era un tiranno crudele e violento che con un pugno lo aveva reso sordo a un orecchio (timpano sfondato), il resto del disastro lo avevano fatto le droghe e un sadico psicoterapeuta che si approfittò di lui. Brian divenne uno zombie, sempre più mentalmente instabile. Quanto alle buone vibrazioni, erano state un sogno costosissimo: sei mesi di lavoro, 17 sessioni in quattro studios, 30 registrazioni per 5 secondi di canto. Ma a quelle vibrazioni perfette crediamo ancora oggi.
Chi ha inventato il tennistavolo, il frisbee e il rugby
Anche lo sport spesso è nato sbagliato. Il tennistavolo, dall’88 sport olimpico, è iniziato come attività da dopo cena. Gli ufficiali militari britannici in cerca di intrattenimento si divertivano a usare i coperchi delle scatole di sigari come racchette. Allineavano i libri come una rete e usavano un tappo di champagne per pallina. Il frisbee nasce dai piatti delle torte. C’era una pasticceria del Connecticut, la ditta Frisbie Pie Co., che forniva crostate alle mense scolastiche, gli studenti del New England usavano lanciarsi per gioco le tortiere vuote, teglie circolari di latta. Poi due veterani della Seconda guerra mondiale, Warren Franscioni e Walter Morrison, si misero a lavorare in garage per cercare di ottenere un disco di plastica aerodinamico. Nel ’48 brevettarono il Flying Disc, ma tutti lo ribattezzarono frisbee. Il 1° novembre 1823 nel college della città di Rugby, nel Warwickshire, lo studente 17enne William Webb Ellis durante una partita di calcio sbagliò azione: prese la palla con le mani e continuò a correre. Era una violazione delle regole, ma in quel momento inventò il rugby.
Quando Fosbury inventò il suo stile
Sbagliava anche Dick Fosbury, allampanato studente dell’Oregon non portato per lo sport (aveva abbandonato baseball e basket) che si definiva «uno dei peggiori saltatori in alto». Niente da fare con lo stile ventrale, prendendo di petto l’asticella non riusciva a volare. Erano tonfi, non trionfi. Così a scuola iniziò a dare le spalle al problema, ricordate che anche Claudio Baglioni in Mille Giorni di te e di me va via di schiena? Dick iniziò a saltare all’incontrario, a lui veniva facile, un giornalista locale iniziò a parlare di Fosbury Flop, perché il suo stile era flopping, si dibatteva come un pesce preso all’amo. «Ero solo stanco di perdere, così come un bambino ho cercato di trovare un’altra maniera di giocare. Mi hanno chiamato il saltatore fannullone perché sembrava che dormissi sull’asticella, ero quasi sdraiato, in orizzontale». Fosbury con il dorsale migliora e da not so good diventa quite good. Gli allenatori lo contestano: «Non andrai lontano». Nel ’68 a 21 anni parte da perfetto sconosciuto per le Olimpiadi di Città del Messico. È la sua prima trasferta all’estero. Vince l’oro con 2,24 metri. Anche il mondo vuole fare lo stesso errore e si converte al Fosbury. Il cubano Javier Sotomayor nel ’93 sale a 2,45, peccato non aver sbagliato prima. Dick si metterà anche a scherzare: «Saltando all’indietro ho fatto fare un grande passo avanti all’umanità». Lo stesso che l’America avrebbe compiuto l’anno dopo andando sulla Luna.
L’invenzione dei Post-it
Sempre nel ’68 Spencer Silver, un ricercatore della 3M (l’azienda manifatturiera del Minnesota che quarant’anni prima aveva brevettato lo scotch), inseguiva un sogno: realizzare il nastro adesivo più potente al mondo, in grado di essere usato in tutti i campi dell’ingegneria, dall’edilizia all’aeronautica. Ma il suo prototipo si rivelò un fallimento: il collante da lui creato in laboratorio, tagliato in sfere di carta di piccolo diametro, era così debole da non essere in grado di tenere insieme due pezzi di cartone senza scollarsi in pochi minuti. Sei anni dopo Arthur Fry, un collega di Spencer, ebbe un’intuizione. Fry aveva l’hobby di cantare in un coro ed era frustrato da un problema: i numerosi segnalibri che posizionava all’interno del libro dei canti scivolavano dalle pagine, rendendogli impossibile concentrarsi. Così si ricordò di quel collante sbagliato che aveva un vantaggio: non lasciava residui sulle superfici, nemmeno su quelle più fragili, come i fogli di un libro. E se avesse usato l’adesivo per incollare i segnalibri alle pagine, impedendogli di cadere? Quando la 3M decise di testare il prodotto in azienda, scoprì un comportamento interessante: quei quadratini adesivi venivano utilizzati dai colleghi per lasciare messaggi ai vicini di scrivania o per annotare appunti volanti durante le riunioni. I post-it sono nati così. E un errore si è trasformato in un business da 1 miliardo di dollari l’anno.
Come nacque il Viagra
Anche il Viagra è figlio di un fallimento: testata nel ’91 come medicina per curare i problemi cardiovascolari tra cui l’angina pectoris, la pillola blu si rivelò inefficace. Ma quando i suoi effetti collaterali divennero chiari ai ricercatori, il potenziale commerciale del farmaco fu subito evidente. Un discreto errore lo fece anche Cristoforo Colombo. Cercava le Indie, trovò l’America. I nuovi mondi, le rivoluzioni, sono spesso uno sbaglio giusto.(Im)perfezioni. Segnatevelo su un post-it.