la Repubblica, 15 giugno 2025
La sfida Musk apre Starlink e libera il web dalla censura “Colpo finale al regime”
Elon Musk ha attivato Starlink sull’Iran, un po’ per aiutare i cittadini a informarsi, comunicare e magari sollevarsi contro il regime, e un po’ forse anche per ricucire il suo rapporto col presidente Trump, dopo le liti dei giorni scorsi.
Una delle prime misure adottate da Teheran dopo l’attacco israeliano è stata quella di bloccare l’accesso alla rete Internet, con lo scopo evidente di impedire alla gente di informarsi, capire cosa stava accadendo e comunicare. L’obiettivo era limitare i danni di immagine per l’imbarazzante operazione militare subita, ma soprattutto prevenire lo sviluppo di proteste o sommosse, come quelle che solo un paio di anni fa avevano messo il governo in seria difficoltà dopo l’uccisione di Mahsa Amini.
Venerdì sera l’analista conservatore della Fox Mark Levin ha chiesto a Musk di intervenire, accendendo il suo sistema satellitare Starlink sulla Repubblica islamica e mettendolo a disposizione dei cittadini rimasti tagliati fuori dal web. Secondo Levin, questo intervento avrebbe potuto contribuire a dare la spallata definitiva al regime, consentendo alla popolazione di sapere e di organizzarsi: «Musk potrebbe piantare il chiodo finale nella bara del regime iraniano». Poco dopo Elon ha risposto attraverso il suo social X, con quattro parole: «The beams are on», ossia, i raggi sono attivi. Così ha sfidato la censura degli ayatollah, sostenendo apertamente una rivolta contro il regime, visto che questo era l’obiettivo della richiesta di Levin. Nello stesso tempo è probabile che abbia voluto lanciare anche un messaggio a Trump, schierandosi dalla sua parte in questo momento cruciale. Il presidente ha detto di sperare che i bombardamenti ordinati dal premier israeliano Netanyahu spingano il regime di Teheran ad accettare il suo accordo per mettere fine al programma nucleare, e la pressione della popolazione potrebbe diventare un fattore utile a raggiungere questo scopo, se la leadership iraniana vuole evitare eventuali rivolte. Nello stesso tempo, diversi analisti pensano che il capo della Casa Bianca speri in un effetto politico ancora più significativo delle operazioni militari, che potrebbero indebolire il regime al punto da favorirne la caduta.
Qualunque sia il vero scopo del presidente, e anche se entrambe le ipotesi restano sul tavolo, la capacità dei cittadini di informarsi e comunicare è essenziale per realizzarle. Quindi Musk ha dato un sostegno importante agli obiettivi di Trump, probabilmente perché li condivide, ma forse anche perriavvicinarsi a lui con un atto concreto di cui il presidente aveva bisogno.
Non è la prima volta che Starlink viene utilizzata per scopi geopolitici. Il sistema satellitare creato dall’imprenditore sudafricano è stato essenziale anche per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’invasione russa; e lo stesso Musk a un certo punto aveva minacciato di bloccare l’accesso da parte di Kiev, quando sembrava che questa fosse la direzione preferita da Trump. Il sistema satellitare poi era stato anche messo gratuitamente al servizio dei soccorritori e degli abitanti della North Carolina, quando era stata colpita dall’uragano Helene. All’epoca il presidente era Biden, ma Donald aveva detto di aver parlato con il suo alleato Elon, sollecitandolo ad intervenire.
L’operazione ora si ripete in Iran, con uno scopo simile. Stavolta la richiesta è venuta da Levin, invece che da Trump, ma serve comunque ad aiutare gli obiettivi dell’amministrazione.