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 2025  giugno 15 Domenica calendario

Minneapolis, uccisa deputata democratica. Annullata la marcia anti-Trump

“Un attacco di matrice politica”. Non ha dubbi il governatore del Minnesota, il democratico Tim Walz. L’assalitore che nei sobborghi di Minneapolis ha ucciso una deputata democratica dello Stato, Melissa Hortman, insieme al marito, e ha ferito un altro senatore democratico, John Hoffman, e la moglie Yvette, avrebbe agito per motivi di odio politico. L’assassino, che ha colpito travestito da agente di polizia, nella serata di ieri era ancora in fuga ma sarebbe stato identificato: si tratterebbe di Vance Luther Boelter, per altro nominato nel 2019 proprio dal governatore Tim Walz per ricoprire un incarico quadriennale nel board di sviluppo della forza lavoro.
La manifestazione “No Kings” che si doveva tenere in città, in segno di protesta contro la parata militare di Donald Trump a Washington, è stata cancellata. Nel resto d’America, in migliaia sono scesi per le strade contro il presidente. Tra omicidi, scontri, proteste, l’America di Trump esplode in una spirale di tensione e di follia raramente sperimentata nella sua già tormentata storia. L’attacco ai politici democratici è partito intorno alle 2 di notte. La polizia ha ricevuto una chiamata da Champlin, sobborgo di Minneapolis. Il senatore Hoffman e la moglie erano stati feriti da un ignoto nella loro abitazione. Dalla casa di Hoffman gli agenti si sono spostati, circa un’ora più tardi, in un sobborgo poco lontano, Brooklyn Park, dove abitava la deputata Hortman. Al loro arrivo, una presunta auto della polizia era parcheggiata nel vialetto della casa. Un uomo, vestito da agente, stava uscendo proprio in quel momento dall’abitazione. Quando ha visto gli agenti, ha cominciato a sparare ed è fuggito. Dentro la casa, la deputata era già morta. Il marito è deceduto poco dopo. L’auto usata dall’assalitore, ha spiegato Mark Bruley, capo della polizia di Brooklyn Park, “era dotata di luci, luci di emergenza, che sembravano esattamente quelle di un veicolo della polizia. Lui indossava un giubbotto con un taser, attrezzature, un distintivo molto simile al mio, quindi, senza dubbio, se fosse stato in questa stanza, avrei pensato si trattasse di un agente di polizia”.
Nell’auto che l’omicida ha lasciato nel cortile delle vittime sono stati trovati un manifesto ideologico, una lista di persone da colpire, tra cui i due politici democratici, e volantini con la scritta “No Kings”, lo slogan utilizzato per le manifestazioni anti-Trump. È convinzione della polizia che l’assalitore avesse in mente di attaccare proprio i manifestanti. Di qui, dopo qualche esitazione, la decisione da parte degli organizzatori di cancellare la protesta di Minneapolis, ma alcune centinaia di persone si sono comunque ritrovate fuori del Campidoglio del Minnesota per ricordare le vittime. Ai residenti della zona dove si sono svolti gli attacchi – un sobborgo elegante, dove vive la middle class cittadina – è stato chiesto di non uscire di casa e di non aprire la porta a sconosciuti. “Anche se vedete un agente, non fatelo entrare”, è la richiesta delle autorità. Gli agenti, infatti, stanno conducendo le indagini esclusivamente in coppia. Un agente, da solo, potrebbe appunto essere l’omicida.
Mentre per la deputata Hortman e per il marito non c’è stato niente da fare – i due sono morti senza nemmeno arrivare in ospedale –, il senatore Hoffman e la moglie sono stati immediatamente operati e ieri sera non erano in pericolo di vita. Subito dopo l’attacco, il governatore Walz, già candidato alla vicepresidenza con Kamala Harris, si è appunto detto certo della matrice politica del crimine. La polizia appare più prudente. “È troppo presto per fornire un movente o valutare se le vittime siano state prese di mira per la loro affiliazione politica”, spiega sempre il capo della polizia di Brooklyn Park. Quello che è certo è che in Minnesota lo scontro politico si è fatto negli ultimi mesi sempre più violento, soprattutto sulla questione del budget dello Stato per i prossimi due anni. La Camera è ora spaccata: 67 Democratici e 67 Repubblicani. Al Senato, i Democratici hanno un solo seggio di vantaggio. Mentre il senatore Hoffman è conosciuto per le sue posizioni centriste, Hortman era una politica progressista, vicina alla senatrice dello Stato Amy Klobuchar. È stata speaker della Camera per sei anni e ha avuto un ruolo fondamentale nel passaggio di misure a favore dei diritti riproduttivi, della legalizzazione della marijuana e del congedo per motivi di malattia. Ora tutti, Repubblicani compresi, dicono che sarà “immensamente rimpianta” ma, appunto, la realtà politica del Minnesota si è fatta negli ultimi anni sempre più tesa e brutale.
È una brutalità che si incontra in tanti episodi della vita politica americana. Alcuni giorni fa il senatore della California Alex Padilla è stato allontanato con la forza e ammanettato alla conferenza stampa della segretaria alla sicurezza nazionale, Kristi Noem. Tutto quello che Padilla voleva fare era porre una domanda a Noem sui raid anti-migranti nella città californiana. “Giù le mani. Giù le mani! Sono un senatore!”, ha urlato Padilla prima di essere scortato con la forza fuori da un edificio federale. A infiammare ulteriormente la situazione ci si è poi messo Donald Trump, che ha cercato di giustificare l’intervento degli agenti spiegando che il senatore “sembra un illegale”. Padilla, 52 anni, è nato a Los Angeles da genitori messicani. Proprio contro le politiche dell’immigrazione di Trump, e contro la parata militare organizzata dal presidente in occasione dei 250 anni dell’esercito – e del suo 79° compleanno – migliaia di persone sono scese per le strade di duemila città grandi e piccole d’America. Da Philadelphia a New York a Chicago a Houston ad Atlanta a Los Angeles a Newark, hanno urlato la loro rabbia contro la spirale autoritaria di questa amministrazione. “È una protesta che non ha precedenti nella storia degli Stati Uniti”, hanno spiegato gli organizzatori. Molti dei manifestanti portavano la bandiera americana, la stessa che in quei momenti, con un significato molto diverso, veniva sventolata nella parata militare di Washington, segno di due Americhe ormai disperatamente lontane e irriducibili.