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 2025  giugno 14 Sabato calendario

Inaugurato da sei mesi, il Memoriale Morandi sta già perdendo pezzi

È lo stesso piazzale che sette mesi fa aveva accolto una parata di rappresentanti del governo e parlamentari. Era il 15 dicembre, Genova era in piena campagna elettorale e quel giorno l’amministrazione uscente di centrodestra, con in testa l’ex sindaco Pietro Piciocchi, delfino di Marco Bucci, annunciò l’inaugurazione del Memoriale del Ponte Morandi. Fa uno strano effetto ritornare nello stesso posto, che a valle di quella cerimonia ha la desolata atmosfera di un cantiere in semiabbandono. È la macchina del tempo deformante della politica: sotto elezioni è tutto un taglio di nastri, finito il voto riappaiono le opere incompiute. L’allarme è stato lanciato dai familiari delle vittime: “Dopo anni i lavori non sono finiti e questo crea problemi all’utenza – denuncia Egle Possetti – Non possiamo permettere che diventi una cattedrale del deserto. Siamo stati silenti durante la campagna elettorale solo perché non abbiamo voluto infierire”.
È mattinata di visite, ma il parcheggio è vuoto. Ci sono quattro visitatori, guidati dall’ex presidente degli avvocati genovesi Luigi Cocchi, in compagnia del console tedesco: “Ci tenevo a mostrare questo luogo ad alcuni amici”. Poi ci sono due custodi e due giornalisti. Fine. A garantire l’apertura della struttura, dalle 9 alle 13, sono i dipendenti della cooperativa “Solidarietà e Lavoro”, che hanno un ordine di scuderia sintomatico: non divulgare dettagli sul numero (par di capire più che esiguo) di visitatori. L’ingresso principale è sbarrato con un lucchetto, quello provvisorio quasi introvabile. Si entra dal retro, facendo lo slalom fra aree di cantiere. La struttura è parte di un progetto di riqualificazione urbana da 30 milioni di euro firmato dall’archistar Stefano Boeri: “La serra bioclimatica è in grandissima difficoltà – dice Possetti – ci sono problemi agli impianti, le piante sono in evidente declino”. Nel progetto originario questa parte rappresentava la rinascita della vita e doveva essere gestita con un impianto domotico ultratecnologico. Ma gli impianti di irrigazione si sono allagati. E per tenere in vita le piante finora c’è voluto il buon cuore di un volontario. Piante che, peraltro, non sono quelle previste dal progetto: “Una delle palme, costata decine di migliaia di euro, sarebbe da esterno, per questo soffre, un dettaglio ma significativo – racconta ancora Possetti –. Ricordiamo a tutti che anche a causa di una tragedia sono piovuti sulla città enormi fondi e non possiamo pensare che le opere siano fatte al risparmio”.
Qualcosa è andato storto fra la fase progettuale e quella esecutiva: la prima è stata curata dallo studio Boeri, la seconda, dicono vari addetti ai lavori, sarebbe stata stravolta dal Comune. Non si sa se per la fretta o per modifiche progettuali, sono stati sbagliati i vetri: dovevano essere oscuranti e invece sono opachi. Una differenza che non è di poco conto, perché i primi consentono di vedere fuori – il nuovo viadotto – e rappresentano nell’idea del progettista la trasparenza che è mancata, mentre quelli montati non hanno lo stesso effetto e in più disturbano le proiezioni all’interno. Fonti interne all’amministrazione parlano di scontri continui fra la responsabile del procedimento, la dirigente comunale responsabile dell’appalto, e lo studio Boeri, che si limita a un comunicato ermetico: “Condividiamo le preoccupazioni dei familiari. Auspichiamo che al memoriale vengano date presto sia un’opportuna visibilità che un’effettiva accessibilità, e che vengano terminati presto i lavori”.
Il paradosso è che le mancanze materiali sono la parte forse meno preoccupante. La realizzazione dell’opera è in mano al settore lavori pubblici del Comune, un lascito della giunta Piciocchi, ma non hanno padri politici. In altre parole, a oggi non esistono, come accade per qualsiasi struttura museale, una governance, una fondazione, un curatore in grado di dire cosa si dovrebbe fare di questa struttura, né tantomeno dei fondi stanziati per la gestione. Non c’è nemmeno un assessorato di riferimento: l’assessorato alla Cultura, nell’era Bucci, è stata subappaltata a dei supplenti. Piciocchi, sentito dal Secolo XIX, solidarizza anche lui con i familiari, e sostiene che tutto sarebbe dovuto essere risolto a settembre. Ora al suo posto c’è la nuova sindaca Silvia Salis, che dice di aver trovato un buco da 50 milioni di euro nelle casse comunali. Un bilancio da cui ora andranno trovati anche i soldi per far funzionare, stavolta davvero, il memoriale.