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 2025  giugno 13 Venerdì calendario

Novità dal fronte Est

Accecati dalla logica binaria da curve ultrà – Impero del Bene/Impero del Male, filoucraini/putiniani, democratici/trumpiani, europeisti/sovranisti, riformisti/populisti – rischiamo di perderci la realtà che, almeno fuori dall’Italia, è in continuo movimento. Nella Germania del cancelliere Merz che promette “l’esercito più grande d’Europa”, butta mille miliardi nel riarmo, straparla di truppe a Kiev con gli altri “volenterosi” e attende con ansia i nuovi euromissili da puntare contro Mosca, un gruppo di deputati dell’Spd sua alleata spacca il Partito Unico della Guerra e firma un documento con la colomba della pace nel logo del partito: no al riarmo, al 5% di Pil in spese militari e agli euromissili Usa, sì a negoziati con la Russia per tornare all’ostpolitik da Brandt alla Merkel. Un nein grosso così alle politiche di Merz&Ursula, ma soprattutto dei socialdemocratici Klingbeil (vice-cancelliere e ministro delle Finanze) e Pistorius (Difesa), che agitano lo spaventapasseri dell’imminente invasione russa per ingrassare Big Arma. I pacifisti Spd chiedono che “il rispetto del diritto internazionale in Ucraina sia legato ai legittimi interessi di sicurezza e stabilità di tutti gli Stati”, inclusa la Russia, e definire “un nuovo ordine senza l’uso della forza”. È ciò che chiede la sinistra alternativa di Sahra Wagenknecht, scomunicata come populista, sovranista e putiniana: se i dissidenti dell’Spd votassero in dissenso, il traballante Merz avrebbe qualche problema in più, con un bell’effetto domino sulle Euro-Sturmtruppen.
Qualcosa si muove anche in Polonia, dove il governo dell’europeista “liberale” Tusk contende ai tedeschi e ai baltici il primato delle fregole guerrafondaie. Dopo la sconfitta del suo candidato alle Presidenziali, vinte da quello di destra Nawrocki (contrario a inviare truppe all’Ucraina e a farla entrare nell’Ue e nella Nato), Tusk ha riavuto la fiducia in Parlamento con un interessante discorso: “So bene cosa significa l’immigrazione illegale per il futuro della Polonia, dell’Europa e della nostra civiltà. Farò tutto il possibile per ridurre l’immigrazione praticamente a zero: ogni giorno effettuiamo deportazioni di migranti” e alla frontiera bielorussa “tutto è monitorato con droni, telecamere e soldati: abbiamo costruito una vera barriera, la cui efficacia è aumentata dal 30 al 98%”. È il muro anti-migranti eretto dal precedente governo di destra “sovranista”, che Tusk si vanta di aver potenziato. Poi annuncia controlli al confine tedesco e la revoca dell’accordo con la Georgia che consente ai suoi cittadini di entrare in Polonia senza visto. Più “deportazioni” per tutti. Fortuna che chi parla è un europeista liberale, sennò l’avrebbero già sbattuto fuori dall’Europa.