ilmessaggero.it, 13 giugno 2025
Maria Rosaria Boccia indagata, accertamenti sulla sua laurea: il blitz della Finanza e le verifiche su tre università
Vogliono fare luce sul suo cursus honorum universitario. Dall’iscrizione al primo ateneo fino agli esami di volta in volta sostenuta; dal trasferimento ad un altro istituto universitario al sospirato diploma di Laurea. Già, la laurea. In questa storia si punta anche a stabilire autenticità e veridicità del lavoro finale, vale a dire della tesi sostenuta dinanzi a una commissione per poter assumere il titolo di dottoressa.
Sono questi i punti che hanno spinto la Procura di Napoli a firmare tre sopralluoghi, con tanto di acquisizione di atti, in tre università italiane: è una possibile svolta nel corso dell’inchiesta condotta a carico di Maria Rosaria Boccia, ex aspirante consulente di Pompei, finita al centro di un caso culminato nelle dimissioni dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Inchiesta per truffa, falso in atto pubblico, ma anche plagio (secondo un reato risalente al 1925), riflettori puntati sulla formazione accademica della professionista vesuviana. Al lavoro i pm Ciro Capasso, Claudio Onorati e Vincenzo Piscitelli, il blitz della Finanza ha riguardato tre atenei. Più nello specifico è stato notificato un ordine di esibizione atti presso l’università Parthenope, poi nella università telematica Pegaso e alla Luiss. Si tratta di tre università che vanno ritenute eventuali parti offese, qualora venissero riscontrate le ipotesi investigative della Procura partenopea.
Il retroscena
Ma qual è il fatto? Cosa spinge i pm a una simile accelerata ? Si punta ad acquisire «files, estratto curricolare, esami sostenuti (con i relativi voti sulle camicie) e relativi video (qualora siano stati sostenuti da remoto), libretto e quant’altro riconducibile alla carriera universitaria della studentessa Boccia». Verifiche che vanno in due direzioni. Da un lato, accertamenti sul passaggio dalla Parthenope alla Pegaso, alla luce del documento di autocertificazione che attestava il numero di esami sostenuti; dall’altro, la definizione della tesi di laurea. Un argomento a parte, la tesi di laurea.
Gli inquirenti napoletani hanno il nome di una studentessa laureata alla Luiss nel 2019 stesso argomento su cui Maria Rosaria Boccia ha lavorato per definire la propria tesi. Probabile, da questo punto di vista, che sia stata usata una app ormai entrata tra gli strumenti di valutazione di tutti gli atenei, per capire se il contenuto di un lavoro sia sovrapponibile a quello di altri scrittori o autori. Una vicenda che va raccontata a partire da un paio di premesse: l’inchiesta prende le mosse da una dettagliata denuncia della Pegaso, che ha svolto una sorta di istruttoria interna all’indomani dello strepito mediatico legato al caso Boccia-Sangiuliano; la dottoressa Boccia avrà modo, nel corso di un eventuale seguito investigativo di ribadire la correttezza della propria condotta di matricola, come per altro sostenuto nel corso di alcune interviste rilasciate in questi mesi.
Altra storia sono le indagini romane, lì dove il tribunale dei ministri ha accertato l’inesistenza di sprechi o irregolarità da parte di Sangiuliano nella breve collaborazione svolta da Boccia per un evento culturale a Pompei; intanto i Pm capitolini sono al lavoro per capire se c’è stata una pressione indebita da parte della donna nei confronti dell’ex ministro per ottenere un contratto di assunzione.