corriere.it, 12 giugno 2025
Il progetto in Sardegna per ascoltare le onde gravitazionali, Italia in corsa per il nuovo Cern: piano da un miliardo
La sfida per ospitare il grande interferometro Einstein Telescope dedicato all’ascolto delle onde gravitazionali si sta facendo sempre più accesa tra Italia e Olanda. E ora si è aggiunta la Germania. L’interesse è notevole perché favorirà la nascita di un centro analogo al Cern di Ginevra nel quale lavoreranno migliaia di ricercatori. Non solo. Intorno prenderà vita un indotto industriale ed economico destinato a crescere.
"C’è la necessità di avere una ricerca pubblica nel campo dell’intelligenza artificiale e c’è la necessità di una regolamentazione. Le strutture pubbliche devono poter capire come funziona l’IA per poterla regolamentare ed è altrettanto importante creare conoscenze condivise. In Europa abbiamo bisogno di un Cern dell’intelligenza artificiale, come punto di incontro e di raccordo tra gli studiosi europei e anche con l’industria”, lo ha detto a Roma il Nobel Giorgio Parisi, nella prima delle lezioni promosse alla Camera sull’Intelligenza artificiale e organizzate dal Comitato di vigilanza sull’attività di Documentazione della Camera dei deputati presieduto Anna Ascani.
Lo scopo del centro è catturare le onde generate dall’origine dell’universo capaci di raccontare come il tutto ha avuto origine. Oggi con le onde elettromagnetiche si arriva a 380 milioni di anni dopo il Big Bang; oltre è impossibile andare. Solo le onde gravitazionali superano la barriera. Previste da Albert Einstein, le prime generate dalla fusione di due buchi neri venivano ascoltate nel 2015 con le due stazioni americane Ligo e gli scopritori conquistarono il Premio Nobel. Anche i fisici italiani collaborarono all’impresa forti dell’esperienza della stazione Virgo installata a Pisa e costruita dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e dal Cnrs francese.
Nel 2010 l’European Strategy Forum on Research Infrastructures della Commissione europea proponeva la costruzione di un interferometro più potente e per questo l’Italia proponeva di ospitarlo in Sardegna, luogo ideale perché stabile geologicamente, senza movimenti sismici. Si aggiungeva presto l’Olanda indicando una zona vicina a Maastricht ma sarebbe più costoso perché richiederebbe di andare più in profondità per neutralizzare i disturbi della zona abitata. L’area in Sardegna è a est di Nuoro vicino alla miniera abbandonata di Sos Enattos.
Per la realizzazione di Einstein Telescope si prevede un investimento di 4 miliardi di euro. L’Olanda garantiva subito un miliardo nel caso venisse scelta e altrettanto assicurava il governo italiano. A questo si aggiungevano 350 milioni di euro dalla Regione Sardegna. Intanto il Pnrr garantiva 65 milioni, l’Infn altri 20, più 15 iniziali dalla Sardegna, ulteriori 10 tra Infn e Sardegna per un primo laboratorio già avviato e 5 milioni da progetti europei. La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini sostiene la prospettiva ora diventata più ardua per l’ingresso della Germania proponendo la Sassonia e sulla quale deve pronunciarsi il nuovo governo. Intanto maturava l’idea di sdoppiare l’impianto costruendone due. «Ovviamente sarebbe più costoso – nota Antonio Zoccoli, presidente Infn – ma aumenterebbe certi vantaggi scientifici».
Su questa strada sembrano incamminarsi i fisici europei che la scorsa settimana si sono riuniti a Bologna mentre ora è atteso un incontro in Confindustria il prossimo mese. La sfida che garantisce un futuro di notevole interesse per il Paese, è ardua. Ma la mobilitazione su tutti i fronti finora emersa – se continuerà – lascia qualche speranza. La scelta del sito (o dei due siti) è prevista entro l’anno il 2026.