Corriere della Sera, 12 giugno 2025
«Mai diva. E vivo il presente»
Sbuffa un po’ perché nella sala la voce rimbomba, bisogna saperla prendere Catherine Deneuve. È una donna di 81 anni che dice quello che le viene e dalla vita ha avuto tanto. È al Festival di Taormina per Spirit World – La Festa delle Lanterne di Eric Khoo, dove interpreta una cantante leggendaria che torna in Giappone e si predispone a un «dialogo» con chi non è più di questo mondo.
All’incontro col pubblico uno le fa: «Le vorrei fare una domanda banale», Catherine lo fulmina con un guizzo di genio: «Banale ma non troppo, spero». Un altro le chiede, incauto, la differenza tra il cinema francese e quello italiano, lei, tagliente, lo liquida così: «La lingua». Un terzo vuole un consiglio per i giovani attori: «Ah no, non do consigli a chi non conosco».
La grande dame del cinema francese oggi si offre come donna comune che è diventata famosa. Eccola finalmente all’incontro, a tratti irresistibile e rocambolesco. Si intravede il sorriso ironico dietro gli occhialoni.
Lei è una diva che si fa beffe del divismo.
«Io diva? Per carità. La diva è capricciosa, egoista. Non lo trovo giusto. Non mi sono mai sentita una diva. Ho una famiglia con delle sorelle, dei figli...».
Si diverte ancora a fare l’attrice?
«Sì, sennò non lo farei».
Catherine, le manca il cinema italiano?
«Ho lavorato con Monicelli, Ferreri, Bolognini, Risi. Oggi mi sembra in difficoltà il vostro cinema, ho avuto proposte ma non interessanti. C’è una regista che mi piace per la sua poesia e originalità dal cognome impossibile».
Alice Rohrwacher?
«Sì, esatto. Poi Marco Bellocchio, adoro quell’uomo. A proposito, come sta Nanni Moretti?».
Bene, si è ripreso da un secondo problema al cuore. Possiamo parlare ora del suo amico Dèpardieu e della sua vicenda giudiziaria?
«No, non parlo né di lui né del Me Too».
Fanny Ardant ha parlato al tribunale in sua difesa.
«Fanny Ardant fa quello che vuole. Ogni frase che dico di Dépardieu, con Internet, diventa un incendio che non potrei spegnere».
Allora parliamo del suo amore per l’Italia.
«Se mi chiede di Mastroianni, parlava benissimo il francese. A parte la politica, di voi mi piace tutto, la gente, i luoghi. Come il Giappone. Di questo nuovo film amo la dimensione spirituale, l’idea degli antenati che tornano a trovarci, si apre una finestra tra vivi e morti. Un film del genere in Europa non avrei potuto farlo».
Lei è stata considerata un sex symbol.
«Figuriamoci, non mi sono mai sentita bella, semmai carina, desiderata…È un’altra cosa. Poi la vita cambia, e cambia anche il fisico. Ho sempre puntato sull’energia, non sulla bellezza».
Mastroianni? Parlava bene
il francese. Adoro Bellocchio e mi piace Alice Rohrwacher
Quando era giovane attrice c’era tutta quest’ossessione della magrezza?
«C’era e c’è in America, dove il fisico è diventato importante in modo esagerato. in Francia non è così, lì hanno anche la piaga dell’obesità. Il problema è dei social, troppe foto, troppa ostentazione».
Passa per essere una donna un po’ algida e distante.
«Un modo per proteggermi, la gente può diventare familiare in eccesso. A me interessano le relazioni normali».
Che voto si dà come madre?
Ride: «Dovrebbe chiederlo ai miei due figli».
Nel film dice che la famiglia e l’arte sono inconciliabili.
«Ogni tanto bisogna fermarsi. Ho detto tanti no per occuparmi della famiglia, ma non è che faccio solo la marmellata a casa…Non volevo essere scortese prima, con quel signore, sui consigli».
Allora?
«Allora alle giovani attrici direi di fare anche un altro lavoro, perché da solo il cinema non basta. L’Intelligenza Artificiale toglierà un sacco di posti di lavoro e tanto cinema si farà con pochi soldi».
Il film della sua vita?
«Ma perché dovrei dirne uno…posso parlare dei registi, Truffaut, Jacques Demy, Téchiné, dove il cinema diventa un riflesso della società. E posso dire il ruolo che avrei voluto fare, Caterina la Grande di Russia, una figura rivoluzionaria, per la cultura, per il rapporto con gli uomini».
Come vive il passato?
«Non lo vivo, non ci penso mai. Vivo il presente. E sono abbastanza pessimista».
Rimpianti?
«Bon, non ne parlo mica qui con voi. Sono stata molto fortunata».
Ha un tatuaggio, come i giovani.
«L’ho fatto sul piede per coprire una cicatrice. È un’ala. Di cosa, decidete voi».