repubblica.it, 12 giugno 2025
Hong Kong, ora fa paura anche un videogioco. Bando alla sfida online anti-Pechino
Ristoranti e videogiochi, le ultime ossessioni di Hong Kong: tutto è ormai sensibile, c’è di mezzo la sicurezza nazionale dice il governo. Le autorità cittadine hanno avvertito infatti che d’ora in poi ci saranno maggiori controlli su ristoranti e altre attività commerciali legate al settore alimentare e dell’intrattenimento per individuare potenziali violazioni della legge sulla sicurezza nazionale. I proprietari dei locali potrebbero perdere la licenza se commettono atti ritenuti “contrari” alla legge. Una mossa, sostengono i critici, per colpire i molti esercizi commerciali che in questi anni hanno esposto manifesti, simboli o immagini di solidarietà con il movimento pro-democrazia: i cosiddetti “negozi gialli”, colore di chi sosteneva i manifestanti, per differenziarsi dal blu, colore di chi sosteneva invece la polizia durante le proteste degli anni scorsi.
“I funzionari preposti all’igiene alimentare e ambientale dovrebbero considerare la sicurezza nazionale come la priorità assoluta e procedere a valutazioni adeguate”, ha dichiarato il governatore John Lee, l’ex poliziotto fedelissimo a Pechino. “Una misura appropriata e necessaria”, ha aggiunto.Come riportano i media locali, nella versione aggiornata al maggio 2025 del modulo di richiesta della licenza per attività alimentari i richiedenti devono firmare sotto un paragrafo che recita: “Mi impegno a garantire che nessun atto o attività intrapreso o coinvolto da me o da qualsiasi persona a me collegata possa costituire o causare il verificarsi di un reato che metta in pericolo la sicurezza nazionale ai sensi della Legge sulla sicurezza nazionale o di altre leggi di Hong Kong, o comportamenti contrari agli interessi della sicurezza nazionale o agli interessi pubblici (compresi la morale pubblica, l’ordine pubblico e/o la sicurezza pubblica) di Hong Kong”. La versione dello scorso anno non conteneva questo paragrafo.
La legge sulla sicurezza nazionale venne imposta da Pechino a Hong Kong nel 2020, dopo le proteste di massa dell’anno precedente nell’ex colonia britannica. Legge che disciplina i reati di secessione, eversione, terrorismo e collusione con forze straniere. Ma la sua formulazione molto vaga ha permesso di sopprimere finora praticamente ogni voce di dissenso. A marzo dello scorso anno, inoltre, Hong Kong ha approvato con estrema rapidità la propria di legge sulla sicurezza nazionale – in base all’articolo 23 della Basic Law, la mini Costituzione della città – che ora va a rafforzare quella imposta da Pechino.
Non solo ristoranti: la polizia ha chiesto a chi ha scaricato “Reversed Front: Bonfire”, un videogioco sviluppato da una società taiwanese, di “disinstallarlo immediatamente” perché “promuove l’indipendenza”. Di fatto, un bando. Secondo la polizia il videogioco promuove programmi secessionisti, sostiene la “rivoluzione armata” e il rovesciamento del “sistema fondante della Repubblica Popolare Cinese”. Si tratterebbe del primo caso, secondo la stampa locale, in cui la legge sulla sicurezza nazionale viene tirata in ballo per bloccare un videogame. Nella mattinata di oggi il gioco non era disponibile né sull’App Store di Apple né sul Play Store di Google a Hong Kong. Come si legge sul sito del videogame “i giocatori possono scegliere di giurare fedeltà a Taiwan, Hong Kong, Mongolia, Tibet, Kazakistan, agli uiguri, alla Manciuria, per rovesciare il regime comunista. Oppure puoi scegliere di guidare i comunisti alla sconfitta di tutti i nemici e riprendere la marcia secolare della rivoluzione verso l’altra sponda del mare!”. Comunisti che vengono descritti come “autoritari, irresponsabili e incapaci. La pulizia etnica perpetrata con malvagità e un esercito indisciplinato hanno portato a corruzione diffusa, appropriazione indebita, sfruttamento, massacri”.
Il gioco precisa che “qualsiasi somiglianza in questo gioco con agenzie, politici o gruppi etnici della Repubblica Popolare Cinese è intenzionale”.Secondo il governo di Hong Kong, chiunque pubblichi contenuti correlati, compresa la condivisione del gioco online, può essere accusato di incitamento alla secessione e di incitamento alla sovversione.