repubblica.it, 12 giugno 2025
Migranti, la Cedu: l’Italia non è responsabile per le violenze e i respingimenti da parte dei libici
Poco importa che la Guardia costiera libica agisca di fatto su mandato dell’Italia e con mezzi donati dall’Italia. Se i respingimenti di barconi avvengono in acque internazionali l’Italia non può essere ritenuta responsabile delle violenze e delle torture commesse ai danni dei migranti che vengono riportati indietro.
È una sentenza che legittima la strategia italiana di contenimento dei flussi migratori quella emessa stamattina dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha respinto il ricorso di alcuni migranti che, rappresentati da studi legali internazionali e da avvocati italiani di Asgi, chiedevano di ritenere l’Italia corresponsabile di violazione dei diritti umani.
Alcuni di questi migranti, nelle operazioni di intercettazioni della loro imbarcazione da parte dei libici, hanno pure perso i loro bambini finiti in mare, ma la Cedu non ha riconosciuto le loro ragioni. Ricorso irricevibile quello che fa riferimento ad un respingimento del 2017 avvenuto con un copione che continua a ripetersi ancora oggi.
I giudici di Strasburgo hanno stabilito che l’Italia non può essere ritenuta responsabile di aver violato la Convenzione europea dei diritti umani perché i fatti si sono svolti in acque internazionali su cui il Paese non esercita un controllo effettivo e Roma non aveva alcun potere sulla nave libica. Quindi, spiegano i togati, mancano gli elementi che la Cedu considera come determinanti per stabilire che uno Stato ha giurisdizione, e quindi responsabilità, sull’accaduto.