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 2025  giugno 12 Giovedì calendario

Mattarella su Gaza: “Inaccettabile bisogna coinvolgere i Paesi arabi”

Quel che sta avvenendo a Gaza è «inaccettabile». Non si può più perdere tempo. «Occorre una riflessione veloce, che coinvolga anche i paesi arabi, per trovare una soluzione che risolva la grave situazione odierna». L’obiettivo: «L’immediato cessate il fuoco e il rilascio, da parte di Hamas, di tutti gli ostaggi». Gaza e l’Ucraina «toccano profondamente le nostre coscienze».
Sergio Mattarella, in Lussemburgo, è tornato a denunciare la tragedia del popolo palestinese nella Striscia di Gaza. Lo aveva già fatto al Quirinale nel discorso del 1 giugno, festa della Repubblica. In quell’occasione aveva chiesto a Israele l’immediato cessate il fuoco, per consentire «agli organismi internazionali la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone. È disumano ridurre alla fame un’intera popolazione».
Stavolta fa un passo avanti. Invoca un’azione diplomatica che coinvolga anche i paesi arabi.
Nel corso dei suoi colloqui politici insiste: i palestinesi devono avere un loro Stato. «Bisogna lavorare per indicare una prospettiva storica che consenta ai palestinesi di avere il proprio Stato, accantonando sofferenze e rancori, assicurando nel contempo la sicurezza di Israele». Due popoli, due Stati. Può sembrare «irraggiungibile, in questa situazione, ma è l’unica strada percorribile».
Il presidente della Repubblica è rientrato ieri pomeriggio a Roma, dopo una visita di due giorni nel Granducato. Un viaggio nel cuored’Europa. «Vorrei ringraziarla per farmi sentire davvero a casa mia, in realtà la nostra casa comune europea è sempre più integrata: ci sentiamo ovunque in Europa a casa», ha detto incontrando il premier lussemburghese cristiano sociale Luc Frieden. E dopo che il presidente della Camera dei deputati, Claude Wiseler, gli ha fatto vedere il Parlamento ha commentato: «Ogni volta che entro in un Parlamento avverto un sentimento di onore. I parlamenti sono il centro della democrazia e l’emblema della libertà». Qui un tempo i nostri emigrati venivano a fare i minatori, oggi è l’approdo di molti talenti. Il Capo dello Stato, affiancato dal Granduca Enrico, ha incontrato una rappresentanza di nostri connazionali. Gli italiani sono la terza comunità straniera più numerosa, dopo portoghesi e francesi, e rappresentano il 5 per cento della popolazione residente.
Poi è tornato a sferzare l’Europa. Fare di più, fare meglio, fare politica. «Bisogna trovare meccanismi decisionali più rapidi ed efficaci perché altrimenti l’Europa rischia di essere spettatrice di soluzioni che verranno inevitabilmente decise da altri soggetti». A Coimbra, un mese fa, aveva detto: «nessun dorma». L’Unione europea non può rimanere spettatrice degli sforzi di pace. Farlo è un dovere morale. Dopo tre anni di guerra non si vede però all’orizzonte nessuna prospettiva di pace in Ucraina. Stallo assoluto. Dice: «Nessuno vuole umiliare la Russia o sminuirne il ruolo. Ma la ricerca ostinata di una soluzione deve portare una pace vera, stabile fondata sul diritto e la giustizia. Altrimenti non durerebbe». Per il Capo dello Stato «non è pensabile tornare alla politica di potenza dei secoli scorsi quando le nazioni più grandi imponevano il loro dominio ai Paesi meno grandi e meno forti. Questo è il passato. Il futuro è la collaborazione e la cooperazione internazionale sul modello di quanto fatto dall’Unione europea negli ultimi settant’anni». Un lungo periodo di pace, che sembra vacillare.