lastampa.it, 12 giugno 2025
Partono da Torino per la marcia per Gaza, subito fermati al Cairo: libero uno dei due studenti
Andrea Usala, lo studente della scuola Holden fermato questa mattina all’aeroporto del Cairo dalle autorità egiziane insieme a Vittoria Antonioli Arduini, è libero. Partito con Vittoria per aderire alla Global March to Gaza, una marcia partecipata a livello internazionale per raggiungere il valico di Rafah, è stato trattenuto ore appena atterrato, ma ora può lasciare lo scalo, come diversi altri italiani. «Ci hanno detto che la marcia non è autorizzata, ma siamo liberi di girare al Cairo», dice al telefono, contattato da La Stampa”. Vittoria? «Non ha il telefono, solo il computer. E al momento non sappiamo dove sia né se sia in stato di arresto», aggiunge, Ma «sappiamo che non vuole essere rimpatriata: vuole fare qualcosa per Gaza. Si opporrà».
Gli altri italiani
Con Andrea sono stati rilasciati altri 34 attivisti Pro Pal italiani bloccati all’aeroporto del Cairo per partecipare alla marcia internazionale per Gaza. Altri sette, invece, sono stati rimpatriati.
Fermi per otto ore
Andrea, al momento, si trova insieme al console italiano. Intanto da «piazza Palestina», a Torino, gli studenti che hanno sentito i racconti dei loro amici dicono che all’aeroporto «ci sono state violenze, qualche attivista è stato manganellato ma non Vittoria e nemmeno Andrea». «Sono riuscito a sentirlo poco fa: è arrivato il console e l’hanno rilasciato. Ora sta aspettando il rilascio della sua collega della scuola Holden», conferma Antioco Usala, ex sindacalista della Cgil sarda e padre di Andrea. Non pensa che il figlio tornerà ora in Italia, da dove era partito ieri notte: «Credo che la loro intenzione sia comunque di rimanere lì fino all’inizio della marcia», aggiunge, spiegando che, per quanto ha avuto modo di capire, il figlio al momento non sarebbe destinatario di alcun provvedimento di espulsione.
La missione da Torino
I due studenti della Holden – 25 e 21 anni – sono partiti ieri per partecipare alla Marcia per Gaza che doveva tenersi al Cairo. «Non possiamo continuare a stare in silenzio di fronte al genocidio a Gaza. Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo fermarlo». Fanno parte del gruppo di giovani che dal 19 maggio staziona con le tende per protesta in piazza Castello – ribattezzata simbolicamente piazza Palestina – per tenere alta l’attenzione e chiedere giustizia per Gaza. Secondo quanto si è appreso da persone in contatto con loro è probabile che vengano espulsi. Andrea e Vittoria erano partiti da Torino ieri sera, per raggiungere Milano e volare fino al Cairo.
Tajani: “Seguiamo l’evoluzione”
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva confermato in mattinata il fermo da parte delle autorità egiziane. «Ci sono un funzionario dell’Ambasciata, un team del Consolato per assistere tutti gli italiani che sono là e per interloquire con le autorità locali: quindi stiamo seguendo minuto per minuto con la nostra Ambasciata e il nostro Consolato la situazione», ha affermato a margine di un evento di FI. Arrivando alla riunione Weimar+ a Villa Madama Tajani ha sottolineato che la marcia verso Gaza a cui intendevano prendere parte i cittadini italiani bloccati «non era stata autorizzata» dalle autorità egiziane.
Vittoria: «Voglio restare qui»
Vittoria, di origine del Trentino, è a Torino da ottobre per studiare alla Holden. «Non ha il telefono con lei al momento. Nell’ultimo messaggio che ci ha mandato ci ha detto che li hanno fermati senza motivo – spiega Benedetta, un’altra studentessa della Holden che partecipa al presidio in piazza Castello – Vittoria ha intenzione di rimanere nell’aeroporto, così come altri attivisti fermi lì, non vuole ritornare in Italia perché vuole partecipare alla marcia il 15. Non fa niente di illegale, è una questione politica il fatto che li abbiano fermati». «Abbiamo sentito la famiglia di Vittoria – aggiunge Marco, un altro studente – sono spaventatissimi. La mamma capisce la causa ma allo stesso tempo ha paura per la figlia».
La marcia
«Vogliamo fare pressione sul governo egiziano – spiegavano ieri Andrea e Vittoria – così che aprano agli aiuti umanitari, che raggiungano chi ne ha veramente bisogno». E ancora: «Tutti dovranno vedere le persone che si muovono e hanno la forza e la speranza necessaria per combattere».
Chi non è potuto partire è rimasto in piazza Castello. E sono proprio questi ragazzi a comunicare dell’arresto di Vittoria e Andrea: «Li hanno fermati all’alba. Vittoria la stanno già rimpatriando. Ma di Andrea non sappiamo nulla, sappiamo solo che è arrivato al Cairo. Ci sono centinaia di persone ferme all’aeroporto: altri europei, tunisini, algerini. È un bruttissimo segnale: vogliono oscurare la nostra lotta».
Il messaggio della Holden
«Forte preoccupazione» della scuola Holden per la vicenda. Aspica «che con il contributo di tutte le autorità competenti la situazione si risolva nel più breve tempo possibile». Ak moneto, dice la scuola, «è probabile che Andrea Usala e Vittoria Antonioli Arduini vengano espulsi dall’Egitto e rimpatriati in Italia». Poi su Instagram spiegano in un post: «Da 19 giorni alcuni nostri studenti e alcune nostre studentesse presidiano pacificamente piazza Castello e ora anche piazza San Carlo a Torino, ribattezzate. Nei giorni si sono uniti in tantissimə chi per un’ora, chi con una tenda, chi portando coperte o cibo. Il loro appello è semplice: «Non è una presa di posizione politica, ma una presa di posizione umana». Chiedono all’Italia di interrompere ogni sostegno a Israele e di far arrivare aiuti umanitari a Gaza, nel pieno rispetto delle Convenzioni di Ginevra, della Carta ONU e del Codice della Protezione Civile.